Bagolino
Bagolino: Storia, Tradizioni e Sapori

Comune di BAGOLINO
(Provincia di Brescia)
Altitudine
m. 778 s.l.m.
Abitanti
3787 (2193 nel borgo)

patrono
San Giorgio, 23 aprile

info turismo

Ufficio Informazioni Turistiche c/o l’associazione Proloco Ufficio Turistico Bagolino
Via San Giorgio n. 5
Tel. +39 0365 99904 – Cell. +39 334 1324766
proloco@bagolinoinfo.it

 www.comune.bagolino.bs.it
www.bagolinoinfo.it

Lo spirito del luogo

Il Nome

L’origine del nome di “Bagolino” trova le proprie radici nel 16 a.C., quando Augusto fece costruire la strada che da Bagolino attraverso il passo di Crocedomìni, scende a Breno (da cui il trivio Brescia – Trento – Breno), che, data l’importanza, fu dotato di una “mansio”, “stazione di servizi”. Probabilmente intorno all’anno 1000, 35 famiglie di Storo, Lodrone e Darzo si stabilirono in questo luogo. Il modesto insediamento prese il nome di “Pagolus”, poi “Pagolinus”; (piccolo borgo), oggi Bagolino

 

La storia

Non esistono documenti certi sull’origine di Bagolino. Quasi certamente in epoca Romana qui esisteva poco più di un’area di servizio, detta “mansio”, che serviva un importante trivio: la strada per Breno (Roma attraverso il Passo Crocedomìni – croce del dominio – entrò finalmente nella valle Camonica), la strada che percorre la valle Sabbia verso Brescia e la strada che attraverso la valle Giudicarie giunge a Trento.

La “mansio” era un modesto insediamento: un albergo, una stalla per il cambio dei cavalli, un’abitazione per il maniscalco, una per il veterinario, un insieme di poche case. Fu questo “Pagolus” o “Pagolinus” (piccolo borgo), che diede l’origine e il nome all’attuale paese, Bagolino.

Verso l’inizio del VII secolo, Bagolino divenne parte del regno longobardo e fu aggregato al ducato di Trento, assieme a tutta l’area che verrà poi detta delle Giudicarie.

La vita del Comune era regolata dagli Statuti che gli abitanti della libera “Vicinia” si erano dati al fine di garantire la propria autonomia; gli Statuti più antichi, conservati nell’archivio storico comunale, risalgono al 1473.

Vincoli di fedeltà legarono sempre Bagolino alla Repubblica Veneta, che concesse particolari privilegi al Borgo montano, al punto che poté essere chiamata “città della montagna”. Infatti, la fine dell’autonomia e importanza politica nella Valle Sabbia di Bagolino coincise con la caduta, nel 1797, della Serenissima. L’arrivo dei francesi nel 1786 decretò il declino del paese, eliminando gli Statuti, declassando il borgo alla prima classe e tassandolo in modo particolare per punirlo della fedeltà alla Serenissima Repubblica.

Un episodio determinante, e purtroppo funesto, della storia di Bagolino, è il violento incendio che nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 1779 distrusse gran parte del paese causando un altissimo numero di vittime. L’incendio, favorito da un forte vento, ebbe origine dal forno fusorio per il ferro situato, lungo il Caffaro, in località ancora oggi chiamata “Forno”.

Il paese fu quindi in gran parte riedificato dopo tale data, mantenendo comunque l’impronta medioevale originale

Nel 1815 il comune passò, con il Lombardo Veneto, sotto il diretto dominio Austriaco. Nel 1823 il Viceré Ranieri pose la prima pietra del ponte “nuovo” sul Caffaro (Ponte Prada).

Bagolino entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1859.

Fino alla conclusione della prima guerra mondiale (1915-18) il confine con l’Austria passava a Ponte Caffaro, a Riccomassimo e lungo lo spartiacque sulla sinistra orografica del fiume Caffaro: Bagolino, di conseguenza, in questo periodo fu un tipico posto di frontiera.

Bagolino è un Borgo medioevale che conserva ogni dettaglio, qui il tempo sembra essersi davvero fermato. I portici, le scalinate, i numerosi stretti vicoli lastricati, i punti di interesse storico, artistico e culturale permettono al visitatore di immergersi in un’atmosfera di altri tempi.

L’architettura locale, dà vita ad un ambiente omogeneo ed originale per unitarietà di concezione stilistica, uniformità di materiali impiegati, coerenza di elementi costruttivi e decorativi. Caratteristica architettonica di Bagolino sono i “fusenài”. Queste sporgenze delle case sono un tipico elemento architettonico bagosso che racchiude lo spazio del focolare dove i componenti della famiglia si riunivano, nelle lunghe giornate invernali, per riscaldarsi e svolgere lavori manuali (filatura, intaglio, lavorazione dei cesti), dato che il comune vietava, per motivi igienici, la presenza delle stalle nel paese.

Particolarmente significativi sono i molti affreschi di soggetto religioso posti sulle facciate di parecchie case e di non poche cascine.

Degni di nota, vista la vastità del territorio di Bagolino (che è il Comune con la maggiore superficie territoriale della Provincia dopo Brescia), sono le numerose attività sportive fruibili durante tutto l’anno. Si va dalle passeggiate ed escursioni primaverili ed estive lungo i sentieri ed i meravigliosi monti che circondano il Borgo agli sport invernali di sci di fondo, alpinismo e discesa presso i comprensori sciistici del territorio.

Il Borgo di Bagolino trova le proprie origini in epoca romana. La posizione strategica sul crocevia tra il Trentino, la Valle Camonica (attraverso il Passo Crocedomini), la Valle Trompia (attraverso il Passo Maniva) e Brescia (attraverso la Valle Sabbia) lo fece divenire il luogo di sosta ideale per i viaggiatori del tempo.

Arroccato tra i monti che lo circondano, oggi Bagolino conserva numerosi siti di elevato pregio storico, artistico e culturale.

Tra le più rilevanti ricordiamo:

Chiesa di San Giorgio, la Cattedrale in Montagna: il monumentale duomo di S. Giorgio (il terzo edificio per grandezza nella provincia bresciana nel XVII secolo) rappresenta l’emblema dell’autonomia e della passata ricchezza di Bagolino ed è lo scrigno di numerose opere d’arte di alto livello. L’architetto fu Giovan Battista Lantana e le pareti furono affrescate tra il 1647 e il 1652 da valenti pittori: per le quadrature Tommaso Sandrini (caposcuola della quadratura bresciana del XVII secolo) e Ottavio Viviani; per le figure Palma il Giovane, Camillo Rama e il Lucchese. Tra gli altari lignei di pregevole fattura del XVII secolo vi sono opere di Giacomo Faustini, Baldassar Vecchi di Ala di Trento e Pietro Bonomi di Avenone. Le tele portano prestigiose firme: il Tiziano, il Corona, il Torbido, il Barbelli, il Lucchese, il Gandino, il Celesti, Martino da Gavardo e il Rama, tutti pittori quotati e di diverse scuole che provano i numerosi contatti culturali che Bagolino aveva grazie ai suoi commerci.

Chiesa di San Rocco: la chiesa di S. Rocco è un edificio di notevole importanza che racchiude l’importante ciclo di affreschi dei Da Cemmo, Pasoto e il figlio Giovanni Pietro, datato 1483 -1486

L’opera è pregevolissima perché mostra elementi del gotico internazionale e del rinascimento, rara testimonianza della pittura lombarda di quell’epoca. Vi sono vari elementi che rendono il ciclo di Bagolino unico. Il più importante è che la committenza per l’opera fu fatta al pittore Pasoto Da Cemmo, padre di Giovanni Pietro. Altra particolarità è che vi sono affrescate tutte le 12 Sibille, fatto estremamente raro nella storia dell’arte, e la vicenda di Lamech, discendente di Caino. La chiesa venne edificata e poi affrescata dai famosi pittori camuni per celebrare l’origine di Bagolino. La tradizione vuole che il presbiterio affrescato sorga sulla base del tempietto romano costruito nella prossimità del trivio: Brescia, Trento e Breno

Il chiodo d’Oro: Il territorio di Bagolino in un lontanissimo passato è stato sede di fenomeni geologici particolarmente significativi, così che oggi rappresenta uno degli 8 siti italiani e dei 64 mondiali che indicano un punto di passaggio da un’era geologica a quella successiva.

Il geosito, situato in località Romanterra, è stato riconosciuto tale nel 2005, dopo vent’anni di studi condotti dal prof. Peter Brak, geologo dell’Università di Zurigo.

Il Chiodo d’Oro depositato sul greto del fiume Caffaro nel 2009 evidenzia il punto esatto del limite tra i Piani Geologici dell’Anisico e il Landico del Triassico dell’era Mesozoica.

Il cimitero Vecchio: Il cimitero Vecchio di Bagolino fu edificato dopo l’editto napoleonico di Saint Claude del 1806 ed entrò in funzione già nel 1810.

Suggestiva è la sequenza di cappelle di famiglia che costituisce la cinta verso strada del cimitero, espressione di quel gusto composito tipico del primo ottocento. Qualche apertura protetta da inferriate offre suggestivi scorci verso il semplicissimo interno, dove è ancora conservato un notevole patrimonio di croci in ferro battuto, testimonianza del livello artistico raggiunto in questo campo dalle maestranze locali; da notare le poche residue sagome in lamiera, un tempo dipinte, raffiguranti per lo più angeli alati che venivano utilizzate per le sepolture dei bambini.

La via dei Portici: La caratteristica “Via dei Portici” è l’antica strada principale del paese, nonché l’asse portante del commercio locale in epoca medievale.

L’accesso al paese avveniva infatti dalla strada di fondovalle, che solo nelle vicinanze dell’abitato si inerpicava a mezza costa fino a raggiungere le prime case. Il percorso di attraversamento dell’intero insediamento era quasi totalmente coperto.

Piazza Marconi: La Piazza Marconi, situata nel mezzo del centro storico è un punto nevralgico amato dai turisti che visitano il Borgo.

Da qui si possono osservare i monti ed i verdi prati che ci circondano ed ammirare la poderosa cattedrale che sovrasta l’intero paese.

Piazza Mercato: ancor oggi sede del mercato settimanale che si svolge ogni martedì pomeriggio, è una delle piazze più antiche di Bagolino.

Sulla destra è ancora visibile il palazzo che ospitava le prigioni, come scritto nell’antico nome della via: caratteristica è la grata che ancora oggi è visibile scendendo verso la fontana.

Piazza Consiglio: La Piazza Consiglio, prende l’attuale sistemazione nel 1823 per volere degli austriaci: è abbellita da una fontana, unica del paese, in marmo di Botticino e a forma ottagonale.

Chiesetta di San Gervasio e Protasio: La chiesetta sorge verso la metà del promontorio roccioso (m 956 s.l.m.) prospicente il paese. Un tempo vi risiedeva permanentemente il “Romèt” (l’eremita): custode incaricato di avvisare i princìpi di incendio in paese e di darne l’allarme suonando la campana a martello. Nei documenti d’archivio la chiesa è citata fin dal 1598.

Chiesa degli Adamino: Costruita nel 1614 da Gianfranco Dagani con sussidi del comune, venne dedicata alla Madonna della neve. È detta anche degli Adamino poiché sorta sul terreno di proprietà di questa famiglia.

Rispetto all’edificio d’origine, il campanile, la sacrestia, il vestibolo e la cantoria furono aggiunti posteriormente: tra il 1670 e il 1680.

La Casa Torre: L’antica Casa-Torre è caratterizzata da grosse pietre in granito.

Per fortuna nei suoi scantinati era custodito tutto l’archivio storico di Bagolino che, non essendo andato così distrutto nell’incendio del 1779, oggi è fonte inesauribile per conoscere il nostro illustre passato.

Le “Procuratie”: Le “Procuratie”, palazzo la cui facciata, riccamente decorata, è stata restaurata nel 1991, era un tempo di proprietà del Comune e serviva ad ospitare i personaggi importanti in visita al paese (i vescovi e gli ambasciatori di altri Stati): nessuna famiglia poteva vantare un tale privilegio.

Piaceri e Sapori

Nel Borgo possiamo trovare la “Casa Museo”, un “archivio” di materiali, strumenti e suppellettili che rappresentano una testimonianza autentica del “corpus” etnografico di Bagolino. Ha due diverse sedi: la prima per ordine temporale è al piano terra di un’ala dell’edificio scolastico in Via Lombardi ed è particolarmente indicata per le visite scolastiche, la seconda “fiore all’occhiello” di Habitar in sta terra, associazione che ha fondato il museo, è nel centro storico in Via Madonna di San Luca n.47, in prossimità di Piazza del Mercato.

La Casa Museo è visitabile previa richiesta telefonica alla Biblioteca comunale al numero 0365.99558 oppure via email all’indirizzo info@habitarinstaterra.it

Il Carnevale di Bagolino

L’evento più rappresentativo del Borgo è il suo unico e speciale Carnevale che risale almeno al XVI secolo, come documentato da scritti conservati nell’archivio comunale. La festa ha conservato nel tempo le sue caratteristiche storiche, in virtù della posizione isolata del paese, attirando anche l’attenzione di studiosi di etnologia.

La festa si articola in due manifestazioni distinte, animate rispettivamente dalle figure dei Balarì (ballerini e suonatori) e dalle grottesche Màscär (maschere).

I Balarì vestono abito scuro, pantaloni alla zuava, calze lavorate a mano, träcòlä (antico budriere) fascia riccamente ricamata, scialli di seta variopinta. Indossano il cappello ricoperto di spighetta rossa, nastri di seta colorati e gioielli che ogni anno i ballerini raccolgono tra parenti e amici. Danzano rigorosamente in coppia, seguendo ben 24 musiche tramandate da generazione a generazione che trovano origine nelle corti, nate per sbeffeggiare i nobili del tempo.

I Màscär sono figure goliardiche e scherzose, abbigliate con il civiöl (abito tradizionale da uomo) e la vèciä (abito femminile), con una maschera grottesca sul volto, sempre pronte ad intrattenere scherzosamente le persone non mascherate.

I Canti d’Osteria

Un evento di rilievo che sta avendo sempre più successo negli ultimi anni è la rassegna dei Canti d’Osteria che ha raggiunto lo scorso anno l’ottava edizione.

L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Bagolino, si svolge solitamente nel mese di ottobre e vede l’esibizione di numerosi gruppi di cantori (provenienti da tutta l’Italia), lungo le vie caratteristiche e tradizionali del Borgo.

L’intreccio della musica e dei canti popolari affiancati agli scorci caratteristici del territorio creano un’atmosfera conviviale unica che rasserena cuore ed anima.

La pasta alla Bagossa

La Pasta alla bagossa è il piatto più caratteristico e conosciuto della tradizione gastronomica di Bagolino.

Ogni cucina della zona lo propone nel proprio menù, caratterizzandolo con un tocco “segreto”. Ovviamente l’ingrediente che non può mai mancare è il formaggio Bagoss.

 

Malfacc al Bagòss

I malfatti al Bagoss sono degli gnocchetti con forma irregolare composti da ingredienti “poveri” quali spinaci, uova, farina, burro e formaggio Bagoss.

 

Mereconde

Le mereconde sono gnocchi poveri di pane, erbette spontanee, formaggio e uovo.

Si tratta di un piatto che può essere gustato come primo, oppure come contorno.

 

Zucchero amaro

L’origine di questa zolletta, chiamata söcher amar (in italiano zucchero amaro) è antica e viene tramandata da generazioni a Bagolino.

Le donne di un tempo raccoglievano sui monti infiorescenze, radici, erbe e bacche fresche che servivano per produrre lo zucchero amaro, usato per curare lievi malanni di stagione.

Il formaggio Bagoss
La lavorazione del formaggio bagoss ha origini antichissime. Fin dal XVI secolo, infatti, la Valle del Caffaro si è distinta per la sua attività casearia, tanto che nel corso della storia la città di Bagolino ha sempre potuto contare sulla ricchezza proveniente da questa tipica produzione.
Secondo diverse testimonianze, il formaggio veniva considerato dalla comunità locale una merce di scambio, al pari di denaro, bestiame o altri beni di valore.
Conosciuto e apprezzato per il suo gusto strutturato, si presenta con una crosta liscia di colore bruno-aranciato, ha pasta compatta giallo paglierino (colore dovuto ad un pizzico di zafferano) che si intensifica con il procedere della stagionatura, tessitura granulosa e leggermente occhiata e sapore deciso, aromatico, non piccante.
Il Bagoss è prodotto con un metodo tradizionale di lavorazione a mano che assicura la qualità e genuinità.

Come anticipato precedentemente, grazie al vastissimo territorio che il Comune di Bagolino vanta, sono numerose le attività sportive fruibili sul territorio.

Si spazia dalle passeggiate o escursioni lungo i sentieri ed i meravigliosi monti che circondano il Borgo, alle arrampicate sulle palestre di roccia, o ancora alla pesca sportiva nei torrenti e nei laghetti di montagna, agli sport invernali di sci di fondo, alpinismo e discesa presso i comprensori sciistici.

Oltre alle potenzialità del territorio a livello sportivo, va ancora una volta sottolineata l’importanza dell’immensità del patrimonio artistico, storico e culturale intriso nel cuore di Bagolino.

È grazie a questa miscela di valori che i visitatori potranno vivere un’esperienza veramente unica, immersi in un Borgo incastonato nel mezzo dei monti, lontano dai rumori e dallo stress caotico delle città.

Un Borgo che sembra essersi fermato nel tempo, ma al cui interno la popolazione con un fortissimo legame alla propria terra e con grande resilienza continua a vivere.