Capalbio
La piccola Atene

Comune di CAPALBIO
(Provincia di Grosseto)
Altitudine
m. 217 s.l.m.
Abitanti
4095 (651 nel borgo)

info turismo
Ufficio Turistico di Capalbio
Via Collacchioni 2
58011 Capalbio (Gr)
Tel. 0564896611
ufficioturisticapalbio@gmail.com
www.comune.capalbio.gr.it
Facebook: @ufficioturisticodi.capalbio

Lo spirito del luogo

Il nome

Il nome Capalbio deriva da Caput Album o Calvus, probabilmente riferito alla testa umana simbolo originario del paese, o piuttosto agli alabastri bianchi che caratterizzano il luogo.

La storia

Capalbio in provincia di Grosseto è il comune più a sud della Toscana. Immerso in un ecosistema ambientale invidiabile, ricco di storia e cultura – dalle radici di epoca etrusca, dalle rovine di epoca romana testimoniate dai ritrovamenti della colonia di Cosa, all’importanza assunta in epoca rinascimentale – Capalbio, che negli anni ‘70 del secolo scorso esplose come il luogo di vacanza più elitario e intellettuale, è soprannominato la Piccola Atene.
Sebbene i ritrovamenti della colonia di Cosa dimostrino la presenza in zona di insediamenti civili già da ben prima, il Castello di Capalbio è nominato nella Bolla di Carlo Magno e papa Leone III dell’805 che assegna il borgo all’Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane di Roma. Tale privilegio fu poi confermato da papa Alessandro III nel 1161. Le terre di Capalbio, il cui Castello è caratterizzato da una doppia cinta muraria, furono quindi concesse in enfiteusi dall’Abbazia delle Tre Fontane alla potente famiglia di origine longobarda degli Aldobrandeschi alla quale subentrarono gli Orsini nel 1358.Nel 1416 la Repubblica di Siena conquistò Capalbio restaurando e potenziando le mura. Il periodo a cavallo fra medioevo e rinascimento fu un periodo economicamente florido, durante il quale furono realizzate importanti opere come case e chiese, ma soprattutto venne completato il Castello, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobrandeschi.
Nel 1555 le truppe spagnole del principe di Marignano, alleate con i Medici, conquistarono Siena e successivamente Porto Ercole e Orbetello. Anche Capalbio cadde sotto il dominio degli spagnoli, per essere poi assegnato da quest’ultimi a Cosimo de’ Medici. Ebbe così inizio per il territorio un periodo di crisi economica e demografica. Soprattutto le condizioni economiche subirono una fase di stallo a causa di molteplici fattori tra cui l’insalubrità della zone paludose, la lontananza dal potere centrale, la mancanza di strade adeguate, la posizione ai confini di stato ed infine le incursioni dei turchi. Quello dell’aria malsana è uno dei problemi più gravi che tutta la Maremma dovette affrontare durante il XVII secolo, caratterizzato da un forte spopolamento dovuto al diffondersi della malaria.
La dinastia dei Medici manterrà la propria sovranità sul Granducato di Toscana fino al 1737, quando, estinto il ramo principale, avvenne la successione a favore dei Duchi di Lorena. Nel frattempo lo Stato dei Presidi, il cui confine meridionale si estendava fino al lago di Burano con la Torre di Buranacciocostruita nel 1563, cessava di essere possedimento spagnolo per passare sotto il controllo degli Austriaci (1707) e quindi dei Borboni (1736). Capalbio perse la propria autonomia amministrativa: i Lorena lo aggregarono infatti prima a Manciano e successivamente a Orbetello. Nel XIX secolo, alla disastrosa situazione sociale, si aggiunse anche la piaga del brigantaggio. Tra i banditi che al tempo seminarono terrore si distinse Domenico Tiburzi, uno dei più famigerati briganti della Maremma, che ha legato i ricordi delle sue gesta in modo particolare a Capalbio.
Nel 1800 dopo la seconda guerra d’indipendenza Capalbio passò sotto il Regno d’Italia. Si aprì un’epoca caratterizzata da estese proprietà fondiarie, durante la quale emerse la tenuta di Terre di Sacra, che si adoperò per la bonifica del territorio e per lo sviluppo di un’agricoltura moderna. Un’epoca che terminò nel secolo successivo dopo la seconda guerra mondiale con la riforma agraria. Nel 1960 Capalbio ha recuperato la propria autonomia amministrativa come Comune Autonomo, cessando di essere una frazione di Orbetello.

Capalbio è il comune più meridionale della Toscana. Se ne sta su una collina davanti al tombolo di Burano, nel suo guscio medievale avvolto da un mantello di macchia mediterranea e coltivi. Se si va in direzione contraria ai flussi turistici, se ne scopre l’arcano, come nel gioco dei tarocchi che una grande artista, Niki de Saint Phalle, ha reso protagonista di un onirico villaggio-giardino nei pressi del borgo, ispirato al Parque Güell di Gaudí a Barcellona. Immerso in un ecosistema ambientale invidiabile, che ha radici in epoca etrusca e romana, come testimoniano i ritrovamenti della colonia di Cosa, Capalbio ha vissuto anche il Rinascimento e conosciuto, negli anni Settanta del secolo scorso, notorietà nazionale come luogo di vacanza elitario e intellettuale, tanto da essere soprannominato la Piccola Atene.

Un borgo dalla storia affascinante, Capalbio, che ha negli anni raggiunto una fama nazionale derivata dalle varie frequentazioni eccellenti di politici, intellettuali, giornalisti e personalità dello spettacolo, che hanno eletto a “buen ritiro” il centro storico e la campagna capalbiese, in virtù della bellezza e della tranquilla riservatezza dei luoghi.

Il centro storico di Capalbio, con la sua inalterata urbanistica medioevale, è circondato dalle mura, in pietra locale, che si presentano come una caratteristica doppia cerchia, con la cinta interna, più bassa, di epoca medievale e quella esterna, più alta, del periodo rinascimentale. Le mura sono accessibili e da qui si può godere di un magnifico panorama.

Si entra in paese dalla Porta Senese, costruita quando Capalbio passò sotto il controllo della Repubblica di Siena e che reca la lapide del 1418 a ricordo della ristrutturazione delle mura e uno stemma mediceo del 1601, inserito dopo l’annessione di Capalbio al Granducato di Toscana.

Salendo per le strette vie si arriva alla Rocca Aldobrandesca, uno degli avamposti più meridionali della Repubblica di Siena. In quest’epoca furono eseguiti dei lavori di ristrutturazione che le conferirono l’aspetto odierno. La torre costituisce il nucleo originario del complesso e si presenta da una merlatura che poggia su mensole che racchiudono archetti ciechi.

Accanto alla Rocca si trova Palazzo Collacchioni, dov’è custodito il fortepiano Conrad Graf del 1823 che Giacomo Puccini suonò più volte quand’era ospite dei Collacchioni. Dall’ingresso del Palazzo, muovendosi verso destra e costeggiando la torre, ci si trova di fronte alla Chiesa di San Nicola, sul cui fianco si eleva la torre campanaria del XII sec., la cui sommità presentava una cupola in stile senese. Al suo interno custodisce pregevoli affreschi di scuola umbra e senese del ‘400.

Fuori dalle mura, in piazza della Provvidenza, troviamo l’Oratorio della Provvidenza, anticamente era una cappella sorta per il culto di un’immagine perduta della Madonna, dove oggi si può ammirare l’affresco più importante di tutta la Costa d’Argento: una Madonna della Provvidenza, attribuita al Perugino.

Il territorio di Capalbio vanta attrazioni artistiche e naturalistiche di livello internazionale come l’incantevole Giardino dei Tarocchi, parco-museo realizzato a Garavicchio tra il 1979 e il 1996,che custodisce una serie di statue e gruppi scultorei raffiguranti i tarocchi, realizzati da Niki de Saint Phalle. E l’Oasi WWF lago di Burano, la prima oasi WWF nata in Italia nel 1968, che ospita al suo interno la Torre di Buranaccio del 1563.

Il litorale (13 km. di splendida spiaggia senza insediamenti), è dominato dal tombolo, la caratteristica vegetazione mediterranea profumata di ginepro, erica, mirto, pini e ginestre; risalendo attraverso la placida e ordinata campagna, tra file di viti ed olivi, si incontra il borgo medioevale di Capalbio, posto su una collina circondata dalla “macchia”, via via più fitta e misteriosa, patria di cinghiali e caprioli; nell’insieme un territorio dal sapore antico, che ha conservato un aspetto selvaggio e tranquillo al tempo stesso, in un ambiente naturale di straordinario valore.

 

Notevole l’offerta di manifestazioni culturali e turistiche che presenta un programma ricco e variegato.

Capalbio in Fiera è la manifestazione pasquale dedicata al mondo country che ha luogo nella frazione di Borgo Carige con le esibizioni dei butteri maremmani.

Gli eventi estivi sono: Capalbio Libri, il festival sul piacere di leggere, la prima settimana di agosto; l’appuntamento letterario del Premio Internazionale Capalbio Piazza Magenta; le mostre di arti visive presso il Castello o il Frantoio in piazza della Provvidenza; la rassegna di cinema Capalbio Movie e quella di musica di Zigzag Music.

Tra le numerose feste gastronomiche (ogni frazione ha la sua) spicca nel capoluogo la Sagra del Cinghiale che si svolge dal 1965 a ogni inizio di settembre.

Ristorazione

Ristorante Bar Il Frantoio

Un antico frantoio magnificamente restaurato, pronto ad accogliervi in due ampie sale e in un romantico giardino immerso negli ulivi. Ottima selezione di vini e lounge bar per ricchi aperitivi. Gli ampi spazi interni ospitano da sempre importanti mostre d’arte.

  Via Renato Fucini, 10
  +39 0564 896484
  +39 335 7504436
info@frantoiocapalbio.com
  www.frantoiocapalbio.com

Ospitalità

Agriturismo Vallerana

Andrea e Giulia vi accoglieranno in un clima familiare, nella lussureggiante natura maremmana, circondata da borghi medievali ricchi di fascino e storia. Vi attendono buon cibo e i prodotti genuini della loro azienda agricola. Ideale per le famiglie!

  Strada della sgrilla, 23
  +39 0564 892025
  +39 329 6178979
  info@agriturismo-vallerana.com
  www.agriturismo.vallerana.com

B&B La Casetta

Antica cascina dei primi del 900, frequentata dal Brigante Triburzi. Effettuata di recente ristrutturazione.

  Via Val Marina, 36/B
  +39 0564 896762
  +39 334 8232809
  infolacasetta@yahoo.it

Agriturismo il Fontino

Suggestivo casale del 1600, circondato da querce e olivi secolari per un soggiorno all’insegna del romanticismo e dello charme.

  Strada Capalbio
Pescia Fiorentina, 15/17
  +39 0564 795149
  +39 335 8437455
  info@ilfontino.it
  www.ilfontino.it