Volpedo
Sui pennelli di Pellizza
Comune di VOLPEDO
(Provincia di Alessandria)
Altitudine
m. 182 s.l.m.
Abitanti
1215
Patrono
Beato Giovannino Costa
info turismo
Comune: Piazza Libertà n.26
Tel. (+39)0131.80141
www.comune.volpedo.al.it
Il nome
Il toponimo deriva dal latino vicus (villaggio) ed è attestato nel X sec. come vicopicolo, ossia piccolo villaggio, e nel sec. XII come Vicus Pecudis, villaggio degli armenti (da dapecus, pecora, bestiame).
Antico insediamento sulla sponda destra del Curone, lungo gli itinerari che collegavano la pianura con Genova (vie del sale), Volpedo ha vissuto per secoli dei prodotti dell’agricoltura, specializzandosi dalla prima metà nel Novecento nella coltivazione delle famose pesche; dal 2014 è attivo ogni sabato mattina, nello spazio del vecchio mercato coperto, un noto mercato di produttori biologici. Ma una fama ancora maggiore arriva dal pittore Giuseppe Pellizza (1868-1907), maestro della scuola divisionista autore fra l’altro del celebre “Il quarto stato”, che nel suo paese natale ha scelto di vivere e operare. Il borgo è “bello” e vivace non solo per le pregevoli testimonianze del suo nucleo storico, ma anche per quelle della vita e del genio del suo cittadino più illustre. Così alla vocazione agricola si affianca oggi quella culturale, che attira un numero crescente di visitatori e stimola iniziative di confronto culturale, come quelle della rete europea Erasmus.
A Volpedo, la fisionomia ottocentesca è ben riconoscibile e permette al visitatore di seguire un itinerario tra arte e paesaggio sui luoghi pellizziani. Si parte dunque dallo Studio fatto costruire da Pellizza nel 1888, dopo aver deciso di vivere e operare nel paese natale, pur restando in contatto con le grandi correnti artistiche internazionali. L’atelier, che era per l’artista luogo di lavoro ma anche di studio e di incontro con gli amici, quando non gli era possibile dipingere en plein air, è aperto al pubblico e si presenta come un contenitore prezioso delle memorie di Pellizza. I luoghi del pittore rivivono attraverso le riproduzioni in grande formato di dieci opere disseminate nel borgo e collocate in punti selezionati, a diretto confronto con gli scorci di paesaggio che le hanno ispirate. In questo museo all’aria aperta, il continuo paragone tra l’oggi e l’ieri sollecita il ricorso alla potenza dell’arte, che si manifesta via via lungo il percorso.
Di fronte alla casa natale di Pellizza, adiacente allo studio, si apre lo slargo riprodotto nell’olio La strada per Casalnoceto (1890-91). Più avanti, nel cortile di casa Pellizza, si scorge lo scenario in cui è ambientata la prima tela divisionista, Sul fienile (1896).
Imboccando via Garibaldi verso il centro del paese, si scorge a destra il paesaggio della Strada della pieve di Volpedo (1896). Proseguendo per la stessa via e costeggiando il muro del giardino di palazzo Malaspina, si entra in piazza Perino, già sede del mercato del bestiame e ora del mercato della frutta. Di fronte, sulla destra, si apre la viuzza tra il giardino e il palazzo che da Perino Cameri – capitano di ventura che nel XV sec. ricevette dai Visconti il borgo in feudo – passò a Guidobono Cavalchini nel XVIII sec. e poi ai Malaspina, ogni volta modificato.
Proseguendo verso il cuore del paese, si contorna l’ottocentesco Palazzo Comunale (da vedere il bassorilievo gotico nell’atrio) e si entra nella piazza principale, che sarà a breve oggetto di recupero. La stretta via della Chiesa, incastonata nel cuore dell’antico castrum, conduce alla piazzetta, oggi chiamata Quarto Stato, in cui Pellizza realizzò, dal 1892 al 1901, le sue grandi opere sociali utilizzando i contadini come modelli dal vero: Ambasciatori della fame, Fiumana, Il cammino dei lavoratori e, infine, Il Quarto Stato. Un lampione indica la posizione in cui il Pellizza piazzava il cavalletto.
Continuando per via del Torraglio, dove le case hanno conservato l’originaria pietra nuda, sottratta nei secoli al letto del vicino torrente, si scende lo scalone e si giunge alle vecchie mura, d’impianto cinquecentesco, salvate dalla distruzione grazie all’intervento di Pellizza nel 1904. Riprendendo a ritroso via Cavour, si passa davanti alla sede della ex Società operaia di mutuo soccorso (1896), di cui Pellizza caldeggiò la costruzione, e si arriva alla millenaria Pieve, gioiello romanico della val Curone. La chiesa campestre, già citata nel 965 e ricostruita nel XV sec., presenta una facciata di assoluta semplicità e custodisce all’interno pregevoli affreschi quattrocenteschi.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
Parco giochi diffuso
Studio-museo del pittore Pellizza, Museo didattico: aperto i sabati e le domeniche pomeriggio con visite guidate gratuite, comprendenti anche la pieve romanica di San Pietro
Biennale Pellizza: rassegna di eventi per tutto il mese di settembre degli anni dispari
Premio Quarto Stato
Festa patronale: penultima domenica di agosto
Iniziative presso il Mercato biologico al sabato mattina
Il martedì della festa in agosto (verosimilmente il quarto martedì di agosto): Volpedo PEACH PARTY, Piazza Libertà si trasforma in una discoteca a cielo aperto.
Dolce di pesche all’amaretto e cacao;
torta del carsént (crescente);
e bragtóu e ra büséla: biscotti in forma di uomo e donna in uso nel periodo natalizio
Innanzitutto, pesche e fragole con i loro derivati (marmellate, pesche sciroppate). Poi uva, ciliegie e albicocche.