AN-BG-Coregliaantelminelli-StemmaCoreglia Antelminelli
Figurine d’altri tempi

Comune di COREGLIA ANTELMINELLI
(Provincia di Lucca)
Altitudine
m. 595 s.l.m.
Abitanti
4750 (1080 nel borgo)

info turismo
Comune, Tel. 0583 78152
Museo della Figurina di Gesso, Tel. 0583 78082
www.comune.coreglia.lu.it
www.sistemamusealemediavalledelserchio.it

Lo spirito del luogo

AN-BG-Coregliaantelminelli-StemmaIl nome

Corrilia è parola della tarda latinità che significa terra di scorrimento, luogo da cui si passa. Antelminelli è il nome della famiglia che ereditò dal celebre capitano di ventura Castruccio Castracani il potere sul borgo e il territorio circostante.

 

La storia
X sec., i primi documenti su Coreglia appartengono alla storia della chiesa: il vescovo Gherardo cede in enfiteusi le terre di questa villa, appartenente alla Pieve di Loppia, alla famiglia dei Rolandinghi.
XI-XIII sec., Coreglia lega le sue sorti a quelle di Lucca, da cui dipende economicamente e spiritualmente (è sotto la Vicaria di San Martino), rimanendo coinvolta nelle feroci lotte tra guelfi e ghibellini. Acquista importanza per la sua posizione strategica, divenendo Vicaria nel 1272.
1316, Coreglia è conquistata, dopo un assedio di 58 giorni, dal condottiero Castruccio Castracani, capo ghibellino divenuto in quello stesso anno signore di Lucca. Nominato duca e vicario imperiale nel 1327, fu il primo a tentare la creazione di una signoria territoriale in Toscana. Per questo suscitò l’interesse di Machiavelli che ne scrisse la biografia nel 1520.
1341, Coreglia cade in mano ai Fiorentini, ai quali la ritoglie Francesco Castracani degli Antelminelli nel 1352. L’Antelminelli ottiene nel 1355 dall’imperatore Carlo IV la trasformazione della Vicaria in Contea, ma l’anno seguente viene ucciso dai figli di Castruccio Castracani. Gli succede il figlio Niccolao che tiene la Contea di Coreglia fino al 1369, quando Lucca decide di restaurare le antiche Vicarie, spostando la sede da Coreglia a Borgo a Mozzano.
XV-XVI sec., salvo una breve parentesi sotto Firenze agli inizi del ’400, il castello di Coreglia rimane nella disponibilità dei Lucchesi. Passa infatti sotto la Repubblica di Lucca nel 1438 ed ottiene nel 1562, per la sua fedeltà alla città, la costituzione del Comune, tuttora esistente.
1862, Coreglia aggiunge al suo nome quello degli Antelminelli, essendo stata a lungo residenza e sede di governo di questa importante famiglia.
1883, è istituita da Carlo Vanni la Scuola di Disegno e Plastica, a coronamento dell’attività svolta da secoli nelle valli del Serchio e del Lima, quella di figurinaio, o lavoratore del gesso. L’emigrazione dei numerosi figurinai ha consentito di diffondere nel mondo quest’arte, legata in particolare alla roduzione di statuine per il presepe.

Salendo dal fondovalle, Coreglia appare improvvisamente, adagiata su un lungo crinale che scende dall’Appennino. Circondata da immense distese di castagni che dai bassi torrenti risalgono verso il paese, è stata amata da pittori (Carlo Carrà), poeti (Giuseppe Ungaretti), filosofi (Guido De Ruggiero, Paolo Lamanna) filologi classici (il grecista Manara Valgimigli, il latinista Concetto Marchesi), attratti dall’impagabile visione delle Alpi Apuane e dei rilievi appenninici. A loro bastava la luce bassa di una lampada e tanti pensieri intorno. Qui la parola presepe ha un suo significato: “Fra Natale ed Epifania – scrive Guglielmo Lera, creatore dei locali premi letterari – Coreglia coperta di neve e spazzata dalla tramontana è un paese in oblio, con le grotte della Penna che sembrano un presepe e l’Alpe un cuscino destinato alle stelle”.

Siamo nella Media Valle del Serchio, la parte nord-orientale della provincia di Lucca, un angolo di Toscana stretto tra le Alpi Apuane e l’Appennino tosco-emiliano. E’ una zona di grande suggestione che unisce in perfetta simbiosi arte, storia e natura. I terrazzamenti con i loro vigneti e campi colorati digradano verso la valle del fiume Serchio, puntellata di paesi avvolti da un’aria tersa e pulita.
Le pievi, belle nella loro semplicità, i borghi e i ruderi dei castelli sono i vigili osservatori del passare del tempo.

Tra questi paesi c’è Coreglia. Protetto dalle cime appenniniche del Giovo e del Rondinaio, si sporge verso la valle del Serchio da una rupe che, al tramonto, prende un colore rosato e sta lì da mille e più anni, all’ombra di una torre che fa da richiamo alle nuvole. La posizione tra boschi e vigneti, i resti romanici, le fortificazioni volute da San Castruccio – il condottiero ghibellino – e ancora in parte visibili, lo sfondo potente delle Apuane, ne fanno una reliquia d’altri tempi: anche oggi che è diventata apprezzata località di villeggiatura estiva.

Due chiese meritano il viaggio. Quella di San Martino è preromanica, e tra le più antiche della Lucchesia. Eretta nel IX secolo, è stata ampliata nel X con le attuali arcate interne, i sostegni, i capitelli e l’abside. Il secolo successivo ha subito altri rifacimenti, mentre l’asimmetrica facciata è dovuta a modifiche apportate nei secoli XVI e XVII, e il campanile è del 1854.

Un vero scrigno d’arte è la chiesa di San Michele, costruita nel Mille a ridosso della fortezza e della torre, trasformata poi in campanile. All’interno, l’ambone preromanico raffigurante una mucca è probabilmente il più antico sostegno di pulpito di tutte le chiese della Val di Serchio. Molto bello è anche il crocefisso ligneo quattrocentesco dagli evidenti influssi germanici, ed eccezionale è la coppia di statue di marmo raffiguranti la Madonna e l’Angelo Annunziante. Si tratta di un’opera del XIV secolo che nel panneggio della Madonna ricorda la danzatrice di Giovanni Pisano, e che potrebbe appartenere alla maniera di Giovanni di Balduccio.

Per quanto riguarda l’edilizia civile, Coreglia vanta, in un tessuto urbano d’origine cinquecentesca – anche se in buona parte modificato – diversi bei palazzi, come quello del Comune, realizzato nel 1572, e i palazzi Antonimi e Vincenti. In quest’ultimo è nato Benedetto Puccinelli, uno dei maggiori botanici italiani del primo Ottocento. Domina infine la parte alta del borgo il palazzo Vanni, che accoglie il museo della figurina di gesso e dell’emigrazione.

La visione delle Alpi Apuane che ad occidente si stagliano in faccia a Coreglia, rinforzata da quella dei colli appenninici che calano verso il Serchio, è un balsamo che lenisce i dolori del mondo. Poco lontano dal paese, il borgo fortificato di Ghivizzano, nell’Alto Medioevo compreso nelle terre di Coreglia, è ben mantenuto e conserva l’atmosfera dei secoli passati.

Piaceri e Sapori

Escursioni in montagna, trekking, mountain bike.

Coreglia è inserita in una valle ricca di verde, di bellezze naturali, di tradizioni che si intrecciano con il presente, tutte da scoprire. Dalla seconda metà dell’Ottocento è luogo di villeggiatura estiva per il suo clima asciutto e salubre – per la verità – in tutte le stagioni. Dal borgo si dipartono sentieri per facili escursioni e trekking nella Media Valle del Serchio. Consigliamo di salire al Lago Santo Modenese o di seguire il percorso Coreglia – Piastroso – Piazzan – Bernardi – Bacchionero.
O ancora, di portarsi sulle antiche rotte dei pellegrini, ripercorrendo il tratto di via Francigena che – dalle direttrici del Tirreno, della Lunigiana e dell’Emila – convergeva a Castelnuovo Garfagnana interessando i territori di Loppia (visitare la Pieve di Santa Maria, consacrata nel 1060), Coreglia, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano (vedere il famoso Ponte del Diavolo), Diecimo,
per proseguire poi alla volta di Lucca.

Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione, palazzo Vanni, tel. 0583 78082, museofigurina@comune.coreglia.lu.it Si possono ammirare, distribuiti su tre piani, oltre 800 pezzi di gesso, bianchi o colorati, frutto della professione esercitata per alcuni secoli dagli abitanti del luogo, allorché si concluse, nella vicina Barga, la rigogliosa stagione delle terrecotte robbiane. L’attività dei figurinai, già notevole nel sec. XVII, s’intensificò in quello successivo, portando numerose famiglie a svolgere questo lavoro nelle principali città italiane, ma anche tedesche, francesi, svizzere, spagnole, inglesi, svedesi. Prima di andare all’estero, i figurinai si riunivano in “compagnie” di cui facevano parte anche ragazzi reclutati in paese e che avevano il compito di vendere i “gessi” nelle strade. I gessi esposti nel museo provengono dalla Scuola di Disegno e Plastica istituita nel 1883 da Carlo Vanni e da numerose famiglie del paese. Si va dai gatti del XVIII sec. colorati col fumo di candela ad un grande presepe di fine Ottocento, fino alla produzione di soprammobili e statue, sempre per il presepe. Completano la raccolta documenti legati alla storia dell’emigrazione (passaporti, biglietti di viaggio, cartoline), particolarmente forte in queste terre negli anni fra il 1880 e il 1914.

Premio letterario Manara Valgimigli per un racconto inedito, secondo sabato di gennaio, e Premio Manarino per una fiaba inedita, stesso giorno. Segreteria del Premio, via Roma 2/4 – 55025 Coreglia Antelminelli (Lucca), tel. 0583 78358 (fare riferimento a questa Segreteria per tutti i Premi).

Corteo storico della Compagnia degli Alabardieri, 7 maggio e 15 agosto. Rievocazione in costume d’epoca e sfilata per le vie del castello con omaggio dell’olio votivo all’antichissima chiesa di San Martino.

Concorso nazionale di scultura per un personaggio del presepe,
secondo sabato di giugno.

Rassegna di fisarmoniche, ultimo venerdì di luglio. Si esibiscono musicisti provenienti da tutta la Toscana. L’evento è organizzato dagli “Amici della Fisarmonica”.

Concerto lirico“Il Serchio delle Muse”, nel mese di agosto.

Premio letterario Augusto Mancini per una lirica inedita, secondo sabato di agosto, e Premio Gino Custer De Nobili per una lirica in dialetto toscano, medesimo giorno.

Coreglia terra di presepi, esposizione di presepi lungo la via d’accesso del borgo e dentro il centro storico, mese di dicembre.

Presepe, in località Piano di Coreglia. Non vi è casa della valle in cui non si allestisca un presepe; ma anche piazza di paese, o giardino, come in questa frazione di Coreglia. Naturalmente, nel paese delle figurine di gesso le statuine del presepe hanno un valore speciale.

Coreglia_ CastagnaccioTutti i piatti basati sulla lavorazione delle castagne, della farina dolce e dei funghi, tra cui le borghe (castagne secche bollite nel latte e servite calde con l’aggiunta di panna e zucchero) e la polenta di neccio cucinata con la farina di castagne.

Dai boschi vengono le castagne, i funghi e i piccoli frutti come fragoline, more, lamponi. Dai boschi di castagno e di acacia viene un ottimo miele, dai torrenti di montagna la trota “fario”, e vi è anche un marchio collettivo che identifica la carne bovina della Garfagnana e Valle del Serchio.