Mercatello sul Metauro
Madonna e Sante nella valle del Metauro

Mercatello sul metauro
(Provincia di Pesaro Urbino)
Altitudine
m. 429 s.l.m.
Abitanti
1361

info turismo
Ufficio IAT Mercatello sul Metauro
Piazza Garibaldi
+39 3465148444
turismomercatellosulmetauro@gmail.com
www.comune.mercatellosulmetauro.pu.it

Lo spirito del luogo

Il nome
Il toponimo significa “piccolo mercato”, anticamente era luogo dove, due volte a settimana, veniva svolto il mercato e vi confluivano persone dalle campagne circostanti.

 

La storia
Di origine medievale, Mercatello sul Metauro è una ridente cittadina dell’Alto Metauro, perfettamente incastonata nella verdissima valle di questo fiume, immersa in un paesaggio ancora integro e armonioso.

È intorno all’antica pieve di San Pietro d’Ico, poi diventata collegiata dei Santi Pietro e Paolo, che si è formato a partire dal 1235 questo borgo-mercato nella valle del fiume Metauro. La prima data sicura che gli archivi forniscono sulla pieve di Mercatello è il 1126, ma la costruzione originaria è molto più antica, probabilmente pre-longobarda, poiché risale alla penetrazione del cristianesimo nell’alta valle del Metauro.

Antropizzate da una antica civiltà contadina, le valli e le colline sono costellate di un quantità di case coloniche in cui spesso si evidenzia la tipologia della cascina toscana, costruzioni così ben inserite nel contesto da risultare parte imprescindibile dell’ambiente.

La Madonna è il soggetto iconografico che regna incontrastato nella profusione di immagini sacre prodotte nel territorio di Mercatello sul Metauro. In preghiera davanti a lei compare, in una tela ottocentesca d’ignoto, Veronica Giuliani, intenta a intercedere per il suo borgo natale.  Si emerge dalla visita alle chiese di Mercatello con la sensazione di aver fatto un viaggio insieme artistico e antropologico in terra marchigiana. “Gente poverella” – cresciuta tra fondazioni francescane, monasteri di cappuccine, esercizi spirituali, imprese di santi, figure devozionali, Madonnine agghindate (come quella portata in processione il giorno di Pentecoste dal 1781) – ha posto il problema del senso della vita, al quale molte generazioni hanno dato sempre la stessa risposta: la fede. Sia o non sia una risposta, lo sanno le farfalle bianche che brillano nel cielo all’ingresso di Mercatello.

L’antica pieve di San Pietro d’Ico, poi diventata collegiata dei Santi Pietro e Paolo, è l’edifico attorno cui si è nato il Borgo di Mercatello sul Metauro. Le testimonianze della costruzione romanica del X secolo e della ricostruzione gotica del 1363 si leggono solo sulle pareti esterne, mentre la facciata è un rifacimento del 1927 su linee romaniche. L’interno si presenta nelle forme delle radicali ricostruzioni realizzate tra Sei e Settecento. Nell’ampia basilica, consacrata nel 1730, spicca la Maria Immacolata dipinta poco prima della morte nel 1556 da Raffaellino del Colle, uno degli ultimi allievi di Raffaello Sanzio.

Nell’area presbiteriale della chiesa di San Francesco (XIII-XIV secolo) pende dal soffitto il Crocifisso del 1309 di Giovanni da Rimini, allievo di Giotto, uno dei dieci crocifissi gotici più importanti d’Italia, dove la lezione giottesca si mescola con il decorativismo ravennate. Nel museo allestito negli spazi della sacrestia, tutto è rappresentato: dai pittori riminesi del Trecento a scuole locali attive fino al Quattrocento, dall’epoca rinascimentale alla stagione della controriforma e al manierismo. Per non parlare della scultura lignea, presente con opere della scuola di artigianato locale di cui furono espressione nel Quattrocento Antonio Bencivenni e suo figlio Sebastiano. Tra i tanti lavori che meritano attenzione, il Battesimo di Gesù del veronese Claudio Ridolfi (1612), l’Annunciazione dell’Urbinelli e le tre Madonne del Guerrieri.

Chiesa e Museo di San Francesco: vi si conservano opere di notevole valore come il Crocifisso (1309) e il polittico (1365) di scuola riminese, affreschi di artisti umbro-marchigiani, tavole del Pandolfi e del Guerrieri.

La casa natale di Santa Veronica (al secolo Orsola Giuliani) e, di fronte, la piccola chiesa di San Sebastiano al cui interno è custodito, dentro un’urna, il prezioso simulacro del Cristo Morto della fine del Duecento. Qui si ammira anche il Miracolo della vera Croce dell’artista durantino Giorgio Picchi.

Nell’edilizia civile si distinguono il Monte di Pietà fondato nel 1516, con il suo arredo interno originario del Cinquecento, il seicentesco palazzo Gasparini e il municipio di fine Ottocento. Sotto il ponte romanico a tre arcate scorre il fiume Metauro.

Il nucleo medievale conserva costruzioni due-trecentesche, che in alcuni casi mostrano le caratteristiche porte del morto, smurate solo per il breve periodo necessario all’uscita di un defunto.

Di notevole interesse nella pieve collegiata la Madonna delle Grazie, rara icona di arte romanico-bizantina del XII-XIII secolo.

Particolarmente ameno l’antico borgo murato di Castello della Pieve che si erge su di un rilievo che domina la valle.

Il prodotto tipico della zona sono i “tacconi”, simili alle tagliatelle, una pasta fatta mano con uova, farina di grano e farina di fave. Anche il tartufo è una specialità che non si può non assaggiare.

Luglio è il mese in cui si svolge “Il Palio del Somaro”, gara di abilità sui simpatici asinelli che coinvolge tutto il paese in una divertente sfida tra cantoni.

Da Giugno a Ottobre si svolge invece il festival “Musica e Musica”, un contenitore di peculiarità musicali che spaziano su vari generi, nelle splendide cornici del centro storico e della Chiesa di San Francesco.