Moneglia
Un gioiello tra due campanili
Comune di MONEGLIA
(Provincia di Genova)
Altitudine
m. 4 s.l.m.
Abitanti
2800 (1500 nel borgo)
info turismo
Pro Loco, Corso L. Longhi 32 – Tel. 0185 490576
Comune, Corso L. Longhi 25 – Tel. 0185 490811
www.comune.moneglia.ge.it
Il nome
Il borgo – riporta una cronaca del 1537 – fu chiamato Monilia in latino, che vuol dire gioielli preziosi “per cagione dei fruttiferi e ameni colli” circostanti. Il termine monilia si riferisce dunque alla ricchezza della vegetazione, i cui frutti sono paragonati a gioielli.
La storia
IV sec., in una mappa stradale dell’Impero Romano, la Tavola Peutingeriana conservata alla Biblioteca Nazionale di Vienna, è citata la località ad Monilia, di certo esistente già ai tempi di Cesare Augusto, come rileva una carta custodita ai Musei Vaticani.
1051, i terrazzamenti a ulivo sono già diffusi nella zona di Moneglia, come mostra la donazione di alcuni uliveti fatta dal marchese Alberto al monastero di San Venerio.
1176, probabile costruzione del castello di Villafranca, per opera della Repubblica di Genova che contendeva il territorio ai Malaspina.
1290, sono poste sulla parete esterna della chiesa di Santa Croce due maglie della catena che chiudeva il porto di Pisa, a memoria della disfatta dei pisani da parte dei genovesi; durante il Medioevo e per tutto il Cinquecento, Moneglia condivide le sorti della Repubblica di Genova, alla quale fornisce marinai e capitani, come in occasione della battaglia navale della Meloria del 1284.
1527, nasce a Moneglia il pittore Luca Cambiaso.
1828, un dipinto di Giovanni Migliara ritrae il poeta e librettista Felice Romani in barca davanti al castello di Moneglia, in compagnia di Vincenzo Bellini: si tramanda che avrebbero lavorato insieme alla stesura della “Norma” nella casa monegliese di Romani.
Preziosa e nascosta, così si presenta Moneglia. Preziosa, lo è già nel nome che le assegnarono i Romani: Monilia, da “monile”, “gioiello”. Nascosta perché, per arrivarci in automobile, occorre aspettare il proprio turno per entrare nella galleria che perfora la roccia.
Moneglia è divisa in due borghi (un tempo separati da un fiume), corrispondenti a due parrocchie, due campanili, due magnifiche chiese. L’antico centro ligure è racchiuso tra i due campanili di San Giorgio e Santa Croce, e le due fortezze di Villafranca e Monleone – quest’ultima, solo un ricordo.
L’azzurro del mare davanti, il verde dei monti alle spalle e, nel mezzo, tanti segni d’arte: come i versi eleganti e musicali di Felice Romani, librettista di Rossini, Donizetti e Bellini; e le pitture di Luca Cambiaso, grande artista di scuola manierista, dai modi
michelangioleschi.
I Genovesi nel XII secolo posero a difesa di Moneglia due fortezze: quella di Villafranca, a levante, fu distrutta durante l’ultima guerra e parzialmente recuperata una ventina d’anni fa; su quella di Monleone, a ponente, nei primi del Novecento fu costruito un curioso castelletto in stile Coppedè.
Dall’alto della fortezza di Villafranca si vede chiaramente la struttura del borgo, stretto da un lato tra mare e collina, e dall’altro tra due campanili: quello della chiesa di ponente, San Giorgio, e quello della chiesa di levante, Santa Croce.
Fino all’età moderna il borgo era diviso in due da un torrente, poi coperto, che separava nettamente i due quartieri, ognuno dei quali aveva la propria chiesa e il proprio cimitero. E ancora oggi si discute se sia più bella la chiesa di San Giorgio o quella di Santa Croce. Difficile dirlo. San Giorgio, fondata dai monaci benedettini nel XIV secolo, conserva il chiostro francescano del secolo successivo, due polittici gotici di grande valore, anch’essi quattrocenteschi – opera di Giovanni da Pisa e di Giovanni Barbagelata – e una magnifica tela ritenuta opera giovanile di Luca Cambiaso, un maestro del Cinquecento europeo. Molto elegante l’altare maggiore in marmi policromi del Seicento.
Proseguendo verso levante attraverso l’antico carruggio medievale, su cui si affacciano portali in ardesia del XV e XVI secolo, si arriva alla casa natale di Luca Cambiaso, e subito dopo al piazzale della settecentesca chiesa di Santa Croce. I suoi tesori cominciano all’esterno con il “risseu” ottocentesco, che riprende la tradizione ligure di decorare i sagrati delle chiese con mosaici di ciottoli, e continuano all’interno, dove l’occhio si ferma soprattutto sulle torsioni delle Madonne del Maragliano, grande scultore del legno, e sul crocefisso bizantino che dà nome alla chiesa, secondo la leggenda miracolosamente arrivato dal mare. All’esterno, si osservano il rilievo marmoreo del 1290 che ricorda la partecipazione di due monegliesi alla battaglia della Meloria del 1284, in cui i genovesi distrussero la flotta pisana, e due maglie della catena strappate al porto di Pisa.
Sullo stesso piazzale si trovano la casa in cui abitò e morì Felice Romani, poeta melodrammatico e librettista per Rossini, Bellini, Donizetti, e l’edificio più antico di Moneglia, l’oratorio dei Disciplinanti. Fondato presumibilmente intorno al X secolo, l’oratorio è internamente decorato con quattro strati di affreschi, recentemente restaurati, che vanno dal Duecento al Settecento. Gli affreschi della parte bassa delle pareti sono secenteschi, quelli delle lunette appartengono al secolo successivo.
Andiamo a vedere in una piazzetta la fontana con la scultura di un’onda. La spiaggia è di là dalla strada. Intorno al castello di Villafranca, che ospita il centro studi dedicato a Felice Romani, un giardino botanico mediterraneo accoglie i visitatori. Noi passiamo in rassegna tutte le piante: agave, ginestra, timo, cappero spontaneo, vite americana, gelsomino, canna, palma, glicine, finocchio selvatico. Ed è subito mare.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
Nuoto, diving, parapendio, surfing, trekking e passeggiate a cavallo.
Centro Studi Felice Romani, Corso Longhi 32: allestito nel piano terra del castello di Villafranca, raccoglie documenti e testimonianze sul poeta melodrammatico che fu librettista di Bellini e altri grandi musicisti dell’Ottocento.
Carnevale della Zucca, a febbraio.
Mostra mercato dell’Olio d’oliva, il lunedì di Pasqua: mercatino dei prodotti tipici, biologici e artigianali, a cura della Pro Loco e del Consorzio Olivicoltori.
Concerti di musica nelle chiese, da Pasqua a settembre: a cura dell’Associazione Musicale Felice Romani.
Festival del Giallo, prima settimana di luglio.
Il Santo Cristo, terza domenica di luglio.
Manifestazioni estive, luglio-agosto.
Feste patronali nelle frazioni, dal 25 luglio al 4 settembre.
Esaltazione della Santa Croce, 14 settembre: festa patronale.
Incanto di Natale, dal 20 al 31 dicembre: visite guidate ai presepi della tradizione realizzati nel capoluogo e nelle frazioni, con momenti di degustazione.
Le trenette al pesto.
All’ottimo olio extravergine d’oliva prodotto nel territorio, insignito della Dop Riviera di Levante, è dedicata una mostra mercato il lunedì di Pasqua.
Da alcune borgate di Moneglia, come Morteo, Crova, La Marine, viene un buon vino bianco, adatto ad accompagnare i piatti della cucina ligure.
Ospitalità
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