Ferla

MUNICIPALITY OF ferla
(Siracusa District)
Altitude
mt. 556 a.s.l.
POPULATION
2599 (600 in the historical centre)

Patron SAINT
San Sebastiano, January 20th and July 20th
TOURIST INFORMATION
Town hall, via Gramsci 13 – Ph. 0931 870136 – info@comune.ferla.sr.it
www.comune.ferla.sr.it – www.facebook.com/comunediferla

The name derives from the latin Ferula and was given by the inhabitants of Piazza Armerina, that here emigrated during the Norman period. The name probably refers to the presence of ferula communis arbust trees that here grow in abundance. Others connect Ferla to the Longobard fara, meaning “lineage”, “country”.

As you enter in the borgo, you’ll see the ruins of the medieval neighborhoods, often reused as stables or vegetable gardens, and the old streets of Carceri Vecchie where,  from a byzantine church, a route full of tombs and caves starts. Here, one is immediately caught by the typical “Sicilian” atmosphere: even if you do not see donkeycarts or women with their hair twisted behind the nape, sitting on stools of straw in front of their house, however, the small constructions still have a hole in the door (“iattaruala”) for the cat, and small windows on the door (“giustieddu”) that allow you to see outside without being seen. All these typical details of a Sicily of the past,  that you can also find in the streets Vittorio Emanuele and Umberto I and in the old popular districts of Castelverde and Calanconi. Via Vittorio Emanuele is the “Holy Street”, because here you can admire the five religious buildings of the historic center of Ferla. The Church of the Carmine is dedicated to Santa Maria del Carmelo, connected to a convent abolished in 1789. The façade has two different architectural orders, doric and ionic. The interior has only one nave. Continuing along the “sacred route” you’ll reach the Church of San Sebastiano, the largest of the borgo, during. Erected by the architect Michelangelo di Giacomo in 1741, it has three naves and eight chapels. The central nave has a wooden altar with basreliefs enriched with colored mirrors. The large canvas by Giuseppe Crestadoro, dating 1789, represents the Martyrdom of Saint Sebastian. The next church you’ll meet is the Mother Church, bearing on the portal an ancient example of the municipal coat of arms (1763). The  Church structure was built in two architectural orders and the interior is rich of stuccoes and sculptures. Going on, the Church of Sant’Antonio is the most beautiful of the Borgo, thanks to its Baroque facade, the bell towers (the one on the left has collapsed during the earthquake of 1908) and the interior. The Greek cross plan (each axis of the cross was to measure 33 meters, the age of Christ at death) is crowned by an octagonal dome frescoed with the Triumph of Sant’Antonio Crestadoro. Interesting are also the fourteen stucco sculptures representing the cardinal and theological virtues. Walking up along Garibaldi Street, you’ll reach the Church of Santa Maria, the last of the sacred route, which was a convent, a school and a prison. It is worth a visit for the presence of a wooden crucifix of Frate Umile from Petralia, dated 1633. In some civil buildings in via Umberto, the baroque style is mixed with  the art nouveau style of the beginning of the century. Along the Garibaldi Street you can also admire the sumptuous Baroque balcony of Mirabella Palace, which houses the parish museum.

Almost every family of Ferla owns a small garden with olive trees, from which an excellent extra virgin olive oil is produced.

The typical dish is the homemade focaccia filled with beets, tomatoes and dried chunks of sausage, pork sausage of Ferla, appreciated throughout the region. Excellent desserts, fancy cakes stuffed with ricotta cheese, sweet and cinnamon, the sfingi, zeppole (donouts) fried in oil and seasoned with honey or sugar, the typical sweets of the November Feast of San Martino.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Cicloturismo, escursioni naturalistiche a Pantalica e nella Valle dell’Anapo.

Ferla è la “porta” di Pantalica, distante solo 11 km dalla necropoli rocciosa che, insieme con la città di Siracusa, è dal 2005 «Patrimonio Mondiale dell’Umanità». La necropoli di Pantalica è uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani: vi si visitano il “palazzo del principe”, o Anaktoron, l’unico edificio megalitico di tipo miceneo, costruito con grossi blocchi di pietra, rimasto in Sicilia; il villaggio bizantino di San Micidario; le necropoli sparse lungo la collina; e si può scendere in fondo alla valle, dove le fresche acque del torrente Calcinara scorrono incassate tra le alte pareti del canyon. Più vicino a Ferla, a un solo km dall’abitato, su una balza rocciosa è stata rinvenuta la necropoli di San Martino, una serie di sepolcri ipogei di età cristiana all’interno di anfratti già impiegati nell’età del Bronzo. Si tratta di sepolture ad arcosolio e baldacchino, la principale delle quali, collocata all’estremità occidentale della scarpata, è nota come “grotta di Dionisio” per un’iscrizione rinvenuta, relativa a un importante presbitero locale di nome Dionisio. Risalendo un po’ più in alto del costone roccioso, si trova un altro ipogeo chiamato “grotta di Sant’Anna” per la presenza di un affresco medievale raffigurante la santa.
Il borgo si propone oggi come fucina del riciclaggio creativo, grazie all’associazione “Ricicreo Ferla” che ha già compiuto diversi interventi contro lo spreco di risorse.

Museo della Parrocchia,
tel. 0931 870136: ospitato nel palazzo Mirabella, conserva manoscritti e documenti in pergamena a partire dal 1481 ed espone paramenti sacri, statue, quadri, oggetti devozionali appartenuti ai conventi e alle chiese di Ferla. Una sezione del museo – la Casa della Memoria – è dedicata agli arredi tipici di una casa contadina del borgo.

Celebrazioni della Settimana Santa:
il giovedì santo, visita ai sepurcuri, gli altari allestiti nelle chiese con fiori e grano germogliato in ricordo dell’Ultima Cena, e processione del “Cristo alla colonna” (u Signuri a canna) in ricordo della flagellazione; il venerdì santo, processione pomeridiana del Cristo crocifisso accompagnato dall’Addolorata e processione serale della Madonna, ricoperta da un manto nero, alla ricerca del figlio perduto; in tarda serata, suggestiva fiaccolata (sciaccariata) per accompagnare Gesù Risorto lungo la via Sacra fino al convento dei Cappuccini; la domenica di Pasqua, a mezzogiorno, celebra u Scontru, l’incontro tra le statue della Madre e del figlio Risorto, culminante nella caduta del manto nero della Madonna in segno di gioia.

Festa del Tartufo Nero di Ferla,
18-19 luglio.

Festa di San Sebastiano,
20 luglio: istituita nel 1642 da Papa Urbano VIII, la festa del patrono inizia a mezzogiorno con l’uscita, dalla chiesa a lui intitolata, della statua in legno d’arancio del 1530 portata in processione per le vie del paese dai Nudi, così chiamati per la veste bianca con fascia rossa in ricordo delle ferite del martire.

Cardacia,
agosto: è la versione estiva del carnevale siciliano con balli, carri allegorici e gruppi mascherati.

Lithos,
fine agosto – inizio settembre: la scalinata del convento dei Cappuccini ospita una rassegna nazionale di musica popolare, acustica e contemporanea.

FerlaCometa,
periodo natalizio: accensione della più grande stella cometa di Sicilia, realizzata da maestri artigiani locali, e allestimento di presepi, di cui uno vivente.

Si va dalla focaccia casereccia ripiena di bietole selvatiche, pomodorini essiccati e tocchetti di salsiccia, alla salsiccia di suino di Ferla, apprezzata in tutta la regione. Ottimi i dolci, dalle cassatine pasquali ripiene di ricotta dolce e cannella, alle sfingi, zeppole fritte nell’olio e condite con miele o zucchero, che accompagnano la festa di novembre di San Martino.

Quasi ogni famiglia a Ferla possiede un piccolo appezzamento di terreno in cui coltiva l’ulivo, fonte dell’eccellente olio extravergine degli Iblei.