Macerata Feltria
Un angolo di paradiso nel Montefeltro
Comune di MACERATA FELTRIA
(Provincia di Pesaro e Urbino)
Altitudine
m. 321 s.l.m.
Abitanti
2121 (400 nel borgo)
info turismo
Comune, Via G. Antimi 14 – Tel. 0722 74244
Punto IA, Corso Angelo Battelli 33 – Tel. 0722 728208
www.comune.maceratafeltria.pu.it
www.prolocomaceratafeltria.it
Il nome
Macerata Feltria, in passato Macerata di Montefeltro, affonda le radici nel municipio romano di Pitinum Pisaurense (da Pitinum, “abete” e Pisaurus, l’attuale fiume Foglia) documentato dal III sec. a.C. e ricordato da Plinio tra quelli della sesta regione augustea. Il nome Macerata deriverebbe dalle macerie della città romana distrutta dai Goti, sulle quali nel secolo XI fu costruito il nuovo abitato.
La storia
III sec. a.C., è fondata Pitinum Pisaurense, che in epoca imperiale (I e II sec. d.C.) grazie al commercio del legname conosce un lungo periodo di prosperità.
552, distrutta dai Goti comandati da Vitige, Macerata rinasce dalle sue macerie in un luogo più sicuro, sulle pendici del monte Persena, grazie ai Longobardi, che chiamano Castellano il nuovo nucleo urbano.
1233, il libero Comune di Macerata Feltria fa atto di sottomissione a Rimini; nei secoli XIII e XIV molti capitani del Comune appartengono alla famiglia Gaboardi.
1280, Macerata segue la politica dei Malatesta di Rimini e fa parte, con Firenze e Carlo d’Angiò, della Lega guelfa, come ricordato negli stemmi del portale del palazzo del Podestà.
1373, il Cardinale Albornoz descrive Macerata Feltria come uno dei centri più grandi del Montefeltro romagnolo, secondo solo a San Marino; già agli inizi del secolo si sviluppa nella parte più bassa dell’abitato il nucleo urbano chiamato Borgo; nel 1376 i frati francescani del convento della Faggiola iniziano a costruire il convento di San Francesco che diventerà uno dei più importanti del Montefeltro, non solo come luogo di devozione ma anche come centro di arte e cultura; diverse opere in esso contenute sono oggi esposte nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
1463, con l’occupazione definitiva da parte di Federico da Montefeltro, che la strappa ai Malatesta e al quale paga mille ducati per non essere saccheggiata, Macerata di Montefeltro (questo il nuovo nome) è staccata dal territorio romagnolo e integrata nel ducato di Urbino; Papa Giulio II della Rovere la visita nel 1506.
1631 entra a far parte dello Stato della chiesa, rimanendovi fino all’Unità d’Italia; nei secoli XVII e XVIII le famiglie emergenti legate al governo pontificio, i Calbini, gli Antimi, i Maffei, costruiscono le loro dimore nel borgo, dandogli l’aspetto nobile e armonico che ancora conserva.
1849, nella fuga da Roma verso Ravenna, Giuseppe Garibaldi e la moglie Anita si fermano a Macerata Feltria, dove la popolazione li aiuta a nascondersi dalle truppe pontificie; a ricordo del loro passaggio, sorge – primo in Italia – il monumento al Garibaldino Ignoto.
Porta dell’aspro Montefeltro orientale, Macerata Feltria vanta di essere stata fondata dai Pelasgi, misteriosa popolazione preellenica cui è intitolato l’arco d’ingresso al castello. Certa è, invece, l’impronta romana: Saturno Patri Sacrum è un frammento di iscrizione rinvenuto nell’orto della pieve di San Cassiano, sotto la quale sorgeva forse un tempio dedicato alla divinità latina protettrice dei raccolti e legata alla fecondità della terra. Questo legame rimane forte nel paesaggio e nell’architettura: i mattoni di argilla locale, le pietre d’arenaria e i sassi del torrente Apsa, alla cui sinistra si è sviluppato l’abitato, sono i principali materiali di costruzione di questo borgo che vive in simbiosi con le colline circostanti. I cipressi che in file ordinate accompagnano le strade di collina, e i pini marittimi che svettano sulle cime dei rilievi ondulati, conferiscono al paesaggio un aspetto quasi toscano. Pitinum, il nome della località romana, deriva da un termine greco che significa “abete”, e il bosco di querce, carpini, ornelli, faggi, abeti, è ancora parte del paesaggio come le acque, i campi coltivati, le vigne rigogliose.
L’abitato di Macerata Feltria è diviso in due parti: in alto, il nucleo alto-medievale del castello, di origine longobarda; in basso, la parte tardo-medioevale e rinascimentale, chiamata “borgo” o “Mercatale”, perché il suo ampliamento nel Cinquecento avvenne sull’area del vecchio mercato. E’ da qui che si entra giungendo da Pesaro e dalla Val Foglia.
Il borgo offre subito al visitatore le sue bellezze, che sono, in via Ugo Bassi – uno dei vicoli più antichi, annunciato da una meridiana – il settecentesco teatro dei Condòmini, che dell’edificio originario conserva la sola facciata, il palazzo Antimi Clari con annessa cappella gentilizia, e il palazzo Gentili Belli collegato alla grande filanda, bell’esempio di archeologia industriale ottocentesca. Nella zona circostante sorgono il mulino delle Monache, di origine cinquecentesca, originariamente appartenuto alle Clarisse, e un casino rurale. Tutta l’area rispondeva alle esigenze dello sviluppo agrario e industriale del Montefeltro nel XIX secolo.
Risalendo il corso Battelli fino all’inizio di via Antimi si arriva alla chiesa di Santa Chiara, un tempo parte di un ricco convento fondato alla fine del Cinquecento, e oggi interessante per i due paliotti in scagliola del Settecento. A breve distanza, lo stabilimento termale di Pitinum, con facciata del 1914 recentemente rinnovata, e il Teatro Angelo Battelli del 1933.
Ritornando in via Antimi, si raggiunge la chiesa di San Michele Arcangelo, ottocentesca ma custode del ben più antico e prezioso crocefisso ligneo di Olivuccio di Ceccarello da Camerino, firmato e datato 1396.
Per salire al castello, si percorre in automobile la via Europa oppure si ritorna a piedi in via Antimi fino all’incrocio con corso Battelli e s’imbocca la ripida via Gaboardi fino alla Porta del Borgo di Fuori. Lungo il percorso s’incontra la chiesa di San Francesco, di origine trecentesca come il suo bel portale e ciò che rimane dell’antico convento, all’interno del quale è stato ricavato lo spazio per il Museo della Radio d’Epoca.
La chiesa di San Giuseppe al Castello, dei secoli XIV e XV, ha uno splendido portale in cotto decorato e, all’interno, scranni lignei, un altare con tabernacolo ligneo dorato recante al centro la tela tardo-cinquecentesca della Madonna del Rosario, e un paliotto in cuoio del Quattrocento. A fianco si notano palazzo Evangelisti (XVI secolo) con uno dei pochi cicli di affreschi a carattere civile del XVI secolo del Montefeltro, e palazzo Valturio, con affreschi, soffitti e camini originali.
Salendo in piazza Abstemio si arriva al palazzo del Podestà (XIII-XIV secolo) oggi sede del Museo Civico, e alla torre civica, dello stesso periodo (tranne la cella campanaria del XVIII secolo), che ospita la sezione paleontologica del museo. Da qui inizia la visita all’area archeologica di Pitinum, oggetto di campagne di scavo nel 1990-97 che hanno rivelato una necropoli medievale e un’area di edificazione romana del periodo repubblicano. Al centro dell’area si trova la romanica pieve di San Cassiano (XI secolo), con impianto basilicale a tre navate, che custodisce una notevole statua marmorea di San Sebastiano del XV secolo e numerosi frammenti architettonici alto-medioevali nella muratura interna e esterna. Sotto la pieve ci sono i muri degli edifici romani. Le parti più interessanti delle strutture antiche sono protette da vetri e illuminate.
Per chi arriva da Rimini e San Marino la visita di Macerata Feltria può iniziare da qui, per poi procedere a ritroso.
Pesca sportiva sulle rive del lago artificiale, nordic walking, passeggiate e pedalate sulle colline che si prestano in modo particolare ad essere percorse in bicicletta.
Il borgo è adagiato in una conca dominata a ovest dal monte Carpegna e circondata tutt’intorno da colline che degradano dolcemente verso il mare. Gli ampi tornanti con cui le strade si arrampicano su queste colline, erano le salite preferite dal grande ciclista romagnolo Marco Pantani.
Un percorso attrezzato conduce dal borgo a un piccolo lago artificiale attraverso i colori e i profumi di una natura sorprendente. Interessanti sono anche le numerose frazioni di Macerata Feltria, in particolare quelle di Cisterna, di Mondagano e di Cerignano, le ultime due dotate di fortificazioni ristrutturate dal grande architetto rinascimentale senese Francesco di Giorgio Martini.
Per gli amanti delle cure termali, sorge il moderno stabilimento di Pitinum Thermae che sfrutta le sorgenti naturali di Certalto, ricche di acque solfuree contenenti preziose proprietà terapeutiche.
Museo Archeologico e Paleontologico, loc. Castello, via Abstemio 2, tel. 0722 73231 -74244: ospitato nel palazzo del Podestà al Castello, raccoglie testimonianze archeologiche e paleontologiche del Montefeltro orientale. Nelle otto sale si ripercorrono le tappe della storia antica del Montefeltro, dal periodo preistorico a quello romano, con ampio spazio dedicato alla città romana di Pitinum Pisaurense. La visita continua nella vicina torre Civica, dove sono raccolti i fossili trovati nel territorio.
Museo della Radio d’Epoca: collocato nel salone dell’ex convento di San Francesco, è frutto della donazione del collezionista Carlo Chiuselli. Comprende un centinaio di radio prodotte in Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti tra gli anni Venti e Sessanta, restaurate e perfettamente funzionanti. Si tratta del secondo museo pubblico della radio d’epoca in Italia dopo quello di Cison di Valmarino.
Teatro Angelo Battelli, piazza del Teatro, tel. 0722 74244: inaugurato nel 1930 e restaurato nel 2001, riprende una tradizione teatrale documentata dal 1712, quando esisteva un teatro nel Castello.
Area Archeologica di Pitinum Pisaurense, loc. Pieve, tel. 0722 74244 – 73231: le campagne di scavo del 1990-1997 hanno rinvenuto un’area cimiteriale medievale (secoli XII e XIII) che nascondeva una larga strada romana basolata con andamento est-ovest, forse il decumanum maximus. Della necropoli medievale restano alcune tombe visibili nel muro nord della pieve, mentre altre sei sono state ricostruite fedelmente nel museo civico. Al limite sud dell’impianto urbano della città romana è emerso un edificio con caratteristiche termali. Recenti scavi hanno portato alla luce ulteriori tratti del decumano e un agglomerato di fabbricati residenziali del periodo repubblicano.
Museo di Archeologia Industriale: allestito nei sotterranei della chiesa di Santa Chiara, presenta una serie di attrezzature perfettamente funzionanti che provengono da alcune officine meccaniche dei primi anni dell’Ottocento.
Fiera di San Giuseppe, marzo: esposizione di fiori, piante e attrezzature agricole, stand gastronomici con prodotti locali e il tradizionale convegno sull’agricoltura nelle aree interne delle Marche, caratterizzano questa antica fiera.
Cinema sotto le Stelle, tutti i giovedì di giugno e luglio: rassegna di film in teatro o all’aperto, nei luoghi più belli del Castello e del Borgo.
Festa del Volontariato, luglio: con gara podistica.
Preziosi d’Epoca, primo sabato e domenica di agosto: sfilata di abiti di giovani stilisti e di preziosi d’epoca forniti da gioiellieri e orefici di tutta Italia.
Estate in Festa, 14-16 agosto: stand con specialità gastronomiche del Montefeltro e musica dal vivo.
Festa del Patrono, 29 settembre: San Michele Arcangelo è festeggiato con giochi, cibo e la musica della banda del paese.
Il Paese delle Meraviglie, 8 dicembre: mercatino natalizio con stand, sculture in cioccolato, giochi e sorprese per i più piccoli.
La specialità è la torta con uva secca e noci, considerata un tempo il pane dei poveri perché fatta con ingredienti che i contadini avevano sempre in casa: noci, uvetta, zucchero, farina e olio.
La filosofia è quella del kilometro zero e vale per le carni di razza marchigiana, romagnola e chianina; per i formaggi e i salumi, tra i quali la porchetta marchigiana; per i prodotti del bosco come funghi e tartufi; per le coltivazioni di zafferano e per i vini.