Castellaro Lagusello
Atmosfere virgiliane

Comune di Monzambano
(Provincia di Mantova)
Altitudine
m. 109 s.l.m.
Abitanti
4500 (450 nel borgo)

Patrono
San Nicola di Bari, 6 dicembre
info turismo
Comune, Tel. 0376 800502
Infopoint: 345 6614141

turismo@comune.monzambano.mn.it
www.monzambanotourist.it
FB: www.facebook.com/www.monzambanotourist.it

Lo spirito del luogo

stemma-castellarominiIl nome
Castellaro nasce nell’XI secolo come semplice “castelliere”, cioè come cinta muraria ancora senza case all’interno: un temporaneo rifugio affacciato su un “lagusello”, un piccolo lago.

 

La storia
Età del bronzo, insediamenti su palafitte sono presenti intorno al lago.
Età romana, tracce di un abitato sono state rinvenute in una località vicina.
1145, in un documento di Papa Eugenio che riporta l’elenco delle pievi dipendenti dalla diocesi di Verona, viene citata per la prima volta la plebem de Castellaro.
La costruzione del borgo fortificato si fa risalire all’XI- XII secolo.
1391, Gian Galeazzo Visconti cede il fortilizio a Francesco Gonzaga, ma se lo riprende l’anno dopo e lo tiene fino al 1405, quando Castellaro passa di nuovo ai Gonzaga restando in loro possesso sino al 1441.
In quell’anno il baricentro si sposta di nuovo da Mantova a Verona, sotto la sovranità della Repubblica Veneta.
1637, la Serenissima si disfa della piccola fortezza che agli inizi del Seicento aveva perso del tutto la sua funzione difensiva. Castellaro e il lago vengono messi all’asta e comprati, per 545 ducati, dai conti Arrighi. La struttura rimane quella della corte medievale, con mura merlate atte a contenere le case dei contadini con i loro orti, e la curtis alta, la residenza gentilizia, al posto del presidio militare. 1815, Castellaro entra a far parte del Regno del Lombardo-Veneto.

Hic virides tenera praetexit harundine ripas / Mincius, “qui il Mincio copre le verdeggianti rive di pieghevoli canne …”.
Il dolce modulare virgiliano è una terapia contro lo stress, migliore dei mantra e dei rituali new age, e le Bucoliche andrebbero lette ogni volta che prende il sopravvento la tentazione di vivere in fretta senza assaporare il gusto delle cose. La bellezza di questo paesaggio di colline moreniche, di campi arati, di malinconie autunnali quando scendono le prime nebbie, evoca le origini: una rocca medievale che si specchia in un laghetto, e prima ancora, i poderi dei coloni romani e, ancora più indietro nel tempo, i villaggi di palafitte, le paludi, gli dei, i ghiacciai che, ritirandosi, lasciano questo specchio d’acqua a perenne ricordo.

“Lasciate ogni preoccupazione, o voi che entrate”… Chi arriva qui, abbandonando in soli quindici minuti l’autostrada Milano-Venezia, entra in un’altra dimensione, quieta e bucolica; si immerge in atmosfere virgiliane.

Il borgo fortificato di Castellaro si specchia nel suo laghetto a forma di cuore, un angolo dell’anfiteatro morenico gardesano che è stato oggetto di attente cure da parte dell’amministrazione. Si sono salvate le antiche mura guelfe, la pavimentazione in pietre di fiume, i sassi a vista della canonica e delle case: come di quella avvolta dai rampicanti, di fronte a villa Arrighi-Tacoli, che non ci si stancherebbe mai di guardare perché rimasta intatta dal Duecento.

Si entra nel piccolo borgo dal lato settentrionale attraverso un’ampia porta che era dotata fino al Settecento di un ponte levatoio. Un’alta torre quadrata, detta dell’orologio, sovrasta la porta a sua protezione. Subito s’incontra, inoltrandosi fra le rustiche case, la chiesa barocca dedicata a San Nicola in cui è custodita una Madonna in legno del Quattrocento.

Dai vicoletti laterali, in cui regna un silenzio rotto solo dallo zampettare delle galline nei cortili, si giunge alla piazzetta terminale su cui si affaccia l’ottocentesca villa Arrighi (oggi proprietà dei conti Tacoli e visitabile solo su richiesta), che ingloba un fortilizio padronale con mura di cinta a merli guelfi e bifore, dalle quali si gode una bella vista sul lago e la campagna circostante. La villa è la trasformazione del preesistente castello feudale e incorpora la chiesetta gentilizia di San Giuseppe che, ultimata nel 1737, conserva alcuni dipinti del Seicento. La chiesa si apre sull’esterno, sulla piazzetta dalla quale si accede allo specchio d’acqua scendendo una breve scalinata. Le barche di legno ormeggiate vicino alla riva aggiungono incanto all’idillio di questo luogo.

Mirabile è anche la visione da sud del borgo, che abbraccia la cinta muraria risalente all’XI secolo (coeva all’antico castello e un tempo scandita da nove torri), il laghetto ornato di canne palustri e la rigogliosa natura intorno.

A Monzambano merita una visita il castello medievale (XII-XIII secolo) la cui costruzione originaria sarebbe contemporanea alla calata degli Ungari. Al suo interno vi è la settecentesca chiesa di San Biagio, di probabile origine romanica.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Tamburello, equitazione, cicloturismo, passeggiate su sentieri attrezzati.

L’intera area di Castellaro con il suo laghetto è sottoposta dalla Regione Lombardia a un rigido vincolo di salvaguardia ambientale la cui gestione è affidata al Parco Naturale del Mincio.
Le colline moreniche, per i non faticosi saliscendi, sono ad altissima vocazione ciclistica e infatti lungo il fiume è stato istituito un percorso ciclabile che attraversa belle campagne coltivate e disseminate, nella zona intorno a Monzambano, di oratori: una forma di arte e devozione popolare realizzata da famiglie private o dall’intera comunità.

I Fiori Di Castellaro Lagusello : 23-24-25 APRILE a Castellaro Lagusello

Caccia al Tesoro: seconda domenica di maggio a Monzambano.

Festival Astronomia : 4 – 5 Giugno a Castellaro Lagusello

Notte Romantica: metà giugno a Castellaro Lagusello.

Sagra del Polastrel: metà luglio in località Olfino.

Vino in Castello: ultimo fine settimana di luglio a Monzambano.

Sagra di San Bartolomeo: fine settimana del 24 agosto a Monzambano.

Rievocazione Storica al Castello: terzo fine settimana di settembre presso il castello di Monzambano, durante la Festa dell’Uva.

Festa dell’Uva: terza domenica di settembre a Monzambano.

Un Paese Family Friendly: ultimo fine settimana di settembre a Monzambano.

Arancione come il Miele: primo fine settimana di ottobre a Castellaro Lagusello.

Camminata tra gli olivi: seconda domenica di ottobre a Monzambano.

Un Natale due Castelli: secondo e terzo fine settimana di dicembre a Monzambano e Castellaro Lagusello.

Re del menu sono i capunsei, una specie di gnocchetti il cui impasto di pangrattato, grana e brodo bollente un tempo veniva inserito nel cappone, da cui il nome.

Monzambano è zona di vini Doc: Tocai (bianco) e Merlot (chiaretto e rosso) si accompagnano ai piatti della cucina locale di chiara impronta mantovana.
Un altro prodotto, anche questo culinario, è il salame artigianale, noto per la particolare concia (con una purea di aglio e spezie) e onorato con una Sagra.