Castro dei Volsci
Il passato rivive nel borgo di Nino Manfredi
Comune di castro dei volsci
(Provincia di Frosinone)
Altitudine
m. 384 s.l.m.
Abitanti
4.780 (220 nel borgo)
patrono
San Oliva, 3 giugno
info turismo
Ufficio Cultura Comune – Via san Rocco , 2
Tel. 0775/662008 int.7 D.ssa Lucia Rossi
asscultura.castrodv@gmail.com
Pro Loco – Piazza IV Novembre
Tel. 0775/662062
prolococastrodeivolsci@yahoo.it
www.comune.castrodeivolsci.fr.it
fb: associazione pro loco castro dei volsci
fb: le botteghe della regina camilla
Il nome
Castro deriva dal latino Castrum, “luogo fortificato”, “castello”. La specifica “dei Volsci”, aggiunta nel 1872, fa riferimento al popolo che abitava quest’area in epoca preromana.
La storia
La vita scorre tranquilla tra i vicoli di questo borgo della Ciociaria arroccato su un cocuzzolo a guardia della valle del Sacco. Qui correva il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, e la gente seduta davanti alle porte delle case a guardare il passeggio, ha ascendenze antichissime: gli antenati erano i Volsci, arrivati qui attraverso vie fluviali intorno al V secolo a.C. e poi assimilati dai Romani. L’area di insediamento romano era la piana del Casale, dove tra il 542 e il 552 d.C. i Benedettini fondarono il monastero di San Nicola, posteriore di una ventina d’anni di quello di Montecassino. Le pareti più antiche della chiesa conservano tracce di affreschi eseguiti nel XIII secolo in stile bizantino con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Verso l’anno Mille il pericolo di scorribande e devastazioni spinse la comunità del Casale ad abbandonare il fondovalle per isolarsi sull’altura fortificata che oggi ospita Castro dei Volsci. La cinta muraria originaria, al cui interno si trova la chiesa di Sant’Oliva, resta leggibile nell’andamento ad anello dell’attuale via Civita. Al circuito più esterno di mura si accede attraverso quattro porte: le porte della Valle, di Ferro e dell’Ulivo permettono l’accesso a un circuito più esterno, mentre Porta dell’Orologio immette nella seconda cerchia muraria, più interna. Valicando Porta della Valle si entra in un’atmosfera rarefatta, tra viuzze strette e tortuose, lastricate in cotto e fiancheggiate da casette in nuda pietra. Archi, botteghe che esistevano già nel medioevo e portali bugnati ricordano i tempi della famiglia Colonna, proprietaria della rocca di San Pietro, i cui resti sono attigui alla chiesa di Sant’Oliva, dove risalta l’altare consacrato nel 1537. I bombardamenti della seconda guerra mondiale sfiorarono il paese senza distruggerlo.
Gli eventi, ricordati nel monumento alla Mamma Ciociara, sono gli stessi che resero celebre il film di Vittorio De Sica La Ciociara. Sempre a proposito di cinema, tra le mura di sasso del paese è nato nel 1921 Nino Manfredi, attore tra i più noti e importanti della cinematografia italiana.
All’interno delle mura si trova anche la chiesa di Santa Maria, di incerta origine, databile forse alla seconda metà del XII secolo. Gli oggetti più preziosi sono un’acquasantiera in marmo scolpita a forma di giglio e l’organo settecentesco.
– Gl’ Muncaciegl , antico genietto domestico capriccioso di piccola statura e sembianze da monaco con grosse scarpe e zuccotto rosso a cui è affezionatissimo
– Mammoccio Martino , mascherone apotropaico affisso su casa Gregorio
– Museo Civico Archeologico ,. In 4 sale sono esposti reperti che documentano il vissuto sul territorio dal paleolitico fino all’alto medioevo.
– area archeologica di Casale di Madonna del Piano . esteso complesso con villa imperiale ed annesso impianto termale, necropoli e basilica paleocristiana grande interesse
– Badia di San Nicola con affreschi del XI-XII sec di scuola benedettina
– Rocca di San Pietro , balcone della ciociaria
– Monumento alla Mamma Ciociara icona contro la violenza di ogni genere e testimone dei tragici eventi della II guerra mondiale
– Chiesa di Sant’Oliva e Chiesa di Santa Maria
– Circuito medievale di via Civita con le Botteghe artigiane della Regina Camilla
– installazione di arte contemporanea dedicata a Nino Manfredi , in Largo Manfredi in prossimità della casa natale
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
– percorsi di trekking lungo la linea di confine Stato Pontificio /Regno di Napoli con la ricognizione degli antichi “cippi”.
– percorsi naturalistici
– teatro Vittorio Gassman con una stagione teatrale stabile
– impianti sportivi con campi da tennis e padel
– palestre e campo da calcio
– Il Museo archeologico espone reperti provenienti dal territorio e dall’insediamento imperiale ed alto medievale del Casale . Molto interessante è il frontale di sarcofago in marmo pario del III sec. d.C. con clipeo ed iscrizione funeraria.
– area archeologica del Casale con imponente villa romana con locali annessi di grande pregio gli apparati in opus sectile e le pavimentazioni musive in loco.
– Le botteghe della Regina Camilla , 11 laboratori autentici che ripropongono arti ed artigianato locale nel circuito medievale del borgo. Tutte le domeniche .
– il Carnevale castrese con carri e gruppi mascherati
– Sagra della pecora , con le caratteristiche “bettole” . a fine settembre di ogni anno
– il Paese diventa Presepe . alla XXVII edizione risulta l’evento più atteso di ogni anno. Con 200 e più figuranti e l’intero borgo trasformato in presepe.
– serate musicali all’aperto dedicate alla musica ricercata
– festival di musica jazz
– passeggiare amenamente tra le antiche viuzze disegnate da interminabili fila di mura a pietra viva.
– panorama mozzafiato su tutta la valle del Sacco ,con view point su 90 comuni della provincia di Frosinone
– fini fini con recaglie di pollo, semplice impasto di farina di grano, acqua e uova, con condimento di sugo di frattaglie di pollo e pomodoro
– sagne con fagioli e cotiche di maiale realizzate con impasto di acqua e farine di grani antichi come Senatore Cappelli e Solina a basso contenuto di glutine.
– minestra di pane, accompagnata dalle verdure di stagione.
– la salsiccia castrese condita con aglio e bucce d’arancia iscritta nel registro nazionale delle tipicità .
– ciambellina al vino
– vino Cimiciara autoctono ed in fase di certificazione
– Olio di oliva evo prodotto con cultivar Leccino e qualche Itrana
– marzolina di capra tradizionale
– salsiccia di Castro dei Volsci
– vino Treus , prodotto bio con antiche tecniche di vinificazione dal vitigno Cesanese di Affile
Ristorazione
Ristorante “Da Rocco”
Il Ristorante Taverna de li Caldora rinnova i piatti della tradizione abruzzese e gli dona modernità ed eleganza. Il ristorante ha una collocazione magnifica nel cinquecentesco palazzo Pitassi al centro del borgo medioevale di Pacentro.
Contrada Colle Vento, 30
+39 0775 660330
stella_87@inwind.it