stemma-foglia-magliano-sabinaFoglia
Una vedetta sul Tevere

Comune di magliano sabina
(Provincia di Rieti)
Altitudine
m. 222 s.l.m.
Abitanti
3.892 (39 nel borgo)

Patrono
Santa Serena, prima domenica di luglio
info turismo
Ufficio turistico, tel. 0744 910336
www.comune.maglianosabina.ri.it

Lo spirito del luogo

stemma-foglia-magliano-sabinaIl nome
Nel Seicento si riteneva che Foglia derivasse da Fauna, moglie di Fauno, divinità romana. Secondo altri il toponimo Foglia avrebbe origine dalla città di Troilo, perché una ceramica rinvenuta in zona riportava la parola “Troiloi” in alfabeto falisco, cioè il nome della città dei Falisci distrutta dai Romani.

 

La storia
Gli umbro-sabini e l’antico popolo dei Falisci furono i primi abitanti della comunità che si sviluppò a Magliano Sabina sulle rive del Tevere. Grazie ad alcuni attracchi fluviali, questi popoli erano in collegamento con Roma, per il trasporto soprattutto di vino e olio, ancora oggi prodotti principali della zona. La necropoli della città falisca di Troilo (IV secolo a.C.) fu rinvenuta nel luogo chiamato “Civita Vecchia”, area sacra a Fauna, oggi occupata dalla chiesa di Santa Maria: qui si riscontra una concentrazione di tombe scavate nel tufo, e divenute poi cantine, simili a quelle di Falerii dall’altra parte del Tevere. Nel 1198 il castello di Foglia passò sotto i domini della Chiesa. Dal V al XI secolo d.C. il territorio divenne possesso dell’Abbazia di Farfa. Nei documenti il Castello appare per la prima volta nella seconda metà del X secolo. Nel 1241 fu distrutto nel corso del conflitto fra Roma e Viterbo. Restaurato il castello, Napoleone Orsini lo dona al fratello cardinale Giovanni Orsini, futuro papa Nicolò III. Dopo complicate vicende dinastiche nel 1858 diventa frazione del Comune di Magliano Sabina.

Da piazza Castello, cuore del borgo, si irradiano le vie di collegamento e d’ingresso. Attraverso l’arco d’accesso, oltrepassando la piazza, si sviluppa via di Mezzo, che ha un primo tratto in discesa, per poi risalire nella seconda metà fino all’ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta, che costituisce la parte terminale del palazzo Orsini (1200 circa). Sulla destra della piazza si trova via Tevere, che separa il palazzo Valignani-Orsini dalle case antistanti, e sbuca su un belvedere che si affaccia sulla valle del Tevere. Da questo punto il panorama mostra l’Autostrada del Sole, la ferrovia Roma-Firenze e il fiume Tevere, che con i suoi meandri bagna estese coltivazioni, e offre un attracco a Porto Sant’Agata, non lontano dal borgo, attivo sin dall’antichità romana. Compaiono sullo sfondo il profilo del Monte Soratte – luogo di culto di Sabini, Etruschi e Romani – e, in lontananza, i monti Sabatini e Cimini.
Il tempo sembra rimasto aggrappato ai muri delle case, dei palazzi, degli archi, dei ponti levatoi – là dove Fauna, moglie di Fauno, dio dei pascoli e della campagna, e mitico re dei Sabini e dei Latini, aleggia ancora nel bosco sacro dei fauni, corteggiatori di ninfe al dolce suono del flauto. Il cristianesimo portò gli abitanti a venerare Santa Serena, patrona del borgo, le cui reliquie sono conservate nella chiesa di Santa Maria Assunta.

Piaceri e Sapori

Il museo archeologico di Magliano Sabina, il Comune cui appartiene Foglia, custodisce materiali risalenti alle età del bronzo e del ferro, reperti provenienti da tombe di epoca falisca e da una villa romana, e documenta anche il periodo medievale.
Da vedere a Magliano Sabina la cripta proto-romanica della chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa romanica di San Pietro, alcuni palazzi del centro (Solimani-Mariotti, Vannicelli, Serafini e altri), l’hostel green S.Maria delle Grazie.

Prima domenica di luglio: festeggiamenti in onore di Santa Serena con processione e sagra della lumaca.

Tra i piatti che non si possono perdere, le fettuccine in bianco con condimento di asparagi, pancetta e pecorino; gli strozzapreti con sugo piccante e i frascarelli (polenta di farina bianca raggrumata con uovo e acqua) con soffritto di cipolla, guanciale e pomodoro.

frascarelli-Foglia-magliano-sabina
strozzapreti-in-bianco-Foglia-magliano-sabina

Le terre dei Sabini vantano un’eccellente produzione di olio d’oliva e di vino, entrambi a denominazione protetta e controllata: «attingi senza risparmio vino puro di quattr’anni all’anfora Sabina», scriveva il poeta latino Orazio già due millenni fa.
Olio d’oliva, rosmarino, asparagi, finocchio selvatico, mentuccia, aglio, pancetta e guanciale, sono i profumi e i sapori che stanno alla base della gastronomia locale, tra cui spicca la Salsiccia di carne e fegato suino, per la quale è in fase di riconoscimento il Marchio Collettivo Geografico della Salsiccia Sabina, sostenuto dal GAL Sabino.