Comune di MEZZANO
(Provincia di Trento) Altitudine
m. 640 s.l.m. Abitanti
1622 (800 nel borgo)
Patrono
Madonna del Carmelo, terza domenica di luglio info turismo
Ufficio Turistico Mezzano,
c/o Municipio Tel. 0439 67019, 349 7397917
aperto stagione estiva e invernale.
Azienda Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, Tel. 0439 62407 www.mezzanoromantica.it
Il nome
Ci sono diverse supposizioni riguardo l’origine del nome Mezzano. Probabilmente l’origine etimologica è latina, da medianum, data la sua posizione mediana rispetto agli altri comuni della valle di Primiero, posti sotto, come Imer (da Imus) o posti sopra, come Siror (da superior). Qualcuno lo fa risalire alla nobile casata De Mezzan, oppure a un fondo di una famiglia romanizzata, fondo Mettianus.
Di certo la versione tedesca del nome –Mittelsdorf- avvalora la prima tesi.
.
La storia
1307, sono approvati da Bonifacio de Lupis gli Statuti della Comunità di Primiero, cui sono legate da sempre le vicende storiche di Mezzano.
1350 ca., comincia in questo periodo e dura all’incirca fin verso i primi anni del Cinquecento l’attività estrattiva in zona; anche Mezzano conosce lo sviluppo minerario grazie all’immigrazione dei minatori tedeschi di Schwaz, ma senza perdere le sue caratteristiche di centro agricolo.
1373, l’intera valle di Primiero passa sotto il controllo degli Asburgo.
1401, la valle è consegnata dai duchi d’Austria ai conti Welsperg, il cui dominio durerà quattro secoli.
1525, anche i contadini di Mezzano partecipano alla rivolta tirolese contro il vescovo di Bressanone per reclamare l’abolizione dei privilegi della nobiltà.
1726, come Primiero e altri comuni della valle, Mezzano passa dalla diocesi di Feltre a quella di Trento.
1800, i primi anni del secolo sono duri per la popolazione locale, stretta tra l’occupazione napoleonica e quella bavarese.
1918, la valle di Primiero passa definitivamente dall’Austria all’Italia.
Posto all’estremità orientale del Trentino, nel comprensorio di Primiero, Mezzano è l’unico comune di valle a conservare ancora, tra le abitazioni, qualche stalla in funzione. Sapori e odori di una ruralità altrove smarrita rendono questo borgo – uscito quasi indenne dalla devastazione della montagna a scopi turistici – un luogo capace di conciliare il passato e il presente, le forme architettoniche della tradizione e la loro rilettura contemporanea. Come nei paesaggi pittorici e architettonici dei fratelli Riccardo e Willy Schweizer, l’abitato è un susseguirsi compatto di tetti contorti e sporgenti, di balconi di legno e bovindi, di vicoli lastricati a “salesà”, di intonaci esaltati dal sole e dalle ombre, di assi ingrigite nei rustici. Prati, campi, boschi e alpeggi fanno da contorno a questo paese che sembra ancora cullato dai ritmi dello sfalcio. La vecchia “lisiera” ristrutturata riporta l’eco delle donne che l’affollavano nei tempi andati, e il passato arcaico, agricolo, magico, ritorna nei profumi delle piante e delle erbe, nei rumori dell’acqua, nelle architetture strappate al degrado edilizio, nel ricordo delle giornate a piedi scalzi sui prati del fieno.
A un soffio da Fiera di Primiero e da San Martino di Castrozza, Mezzano è una sorta di serbatoio di vita alpina, una miniera inesauribile di idee che si offrono al viandante in ogni angolo nascosto, lungo i vicoli, nelle piazzette, all’ombra dei ballatoi, trasformando il borgo in un vibrante museo en plein air.
Gli scenari e gli scorci del paese regalano un’atmosfera suggestiva e accogliente capace di suscitare grandi emozioni, soprattutto in occasioni quali le cerimonie religiose e le feste “antiche” che, ancora oggi, vengono riproposte.
Mezzano rivendica la sua fiera identità mandando in scena uno spettacolo tutto suo, di quelli che incantano nella loro disarmante semplicità: antiche fontane di pietra inserite in slarghi irregolari, stradine anguste a misura dei vecchi mezzi agricoli e rigogliosi orti fioriti. Qui si celebra il rurale con l’itinerario “Segni sparsi nel rurale”, dedicato ad acqua, orti, architettura, incisioni, affreschi: 20 pitture murali, oltre 100 iscrizioni, circa 400 orti, un particolare sistema di distribuzione idrica e le architetture del paese.
Il borgo, grazie a restauri filologicamente corretti e riusi rispettosi, mantiene integra una sua identità storica. Ciò nonostante il paese negli anni ha visto inserire nel tessuto originale anche elementi nuovi. Il tutto con un occhio di riguardo verso le caratteristiche del borgo. Proprio per questo i nuovi edifici attestano la presenza di una contemporaneità architettonica in continuità con lo spirito della tradizione. È questo il caso della piazza Brolo, di piazza Fontana e del Centro civico.
Da qualche tempo è esplosa una discreta e incantevole nuova forma d’arte, unica nella sua semplicità. Tanto semplice che nessuno ci aveva pensato prima. Il paese, infatti, si sta popolando di meravigliose e monumentali cataste di legna artistiche. Lungo i vicoli, sui ballatoi, nelle piazze e nei cortili, la tradizionale scorta di ceppi per l’inverno si fa bella grazie a “Cataste e Canzei”, singolare iniziativa che ogni anno richiama artisti affermati perché realizzino le loro grandi installazioni. Ecco allora la fisarmonica in tensione che pare una stella; la clessidra chiusa tra sole e luna a segnare il trascorrere del tempo; la grande parete che ricorda l’alluvione che colpì il paese nel 1966…
E ancora, gli uomini intenti a tagliare l’albero e la catasta instabile che cede a un coreografico crollo. In tutto 30 cataste artistiche già sparse per il borgo, a cui se ne aggiungeranno di nuove, di anno in anno.
Lungo il percorso segnalato della visita delle nostre installazioni di legno si possono trovare delle sedie rosse.La Sedia Rossa è la nostra nuova iniziativa, per la quale suonando una campanella posta sulla sedia una persona del posto vi accoglierà raccontandovi storie e curiosità del nostro borgo.
Palestra di roccia, pesca sportiva, passeggiate o trekking su sentieri attrezzati e segnalati, percorsi in bici sulla nuova pista ciclabile.
Mezzano fa parte del Parco di Paneveggio Pale di San Martino (Centro visitatori di Villa Welsperg, tel. 0439 765973) e confina con il Parco delle Dolomiti bellunesi. Inutile dire la bellezza, maestosa e romantica, delle Pale di San Martino, montagne di corallo che si stagliano nel cielo con le loro decine di guglie affilate come coltelli. Straordinario è anche l’altopiano delle Pale di San Martino: un immenso paesaggio di nuda roccia dall’aspetto lunare, sospeso a oltre duemila metri di quota. Vi si arriva da San Martino di Castrozza, che è a soli 15 km da Mezzano.
Appena fuori dal borgo c’è la possibilità di comode passeggiate su sentieri di mezza quota segnalati e su altri itinerari tra masi, tabià e malghe. Allontanandosi di poco dal paese, in un’ora a piedi lungo una strada asfaltata che parte dal centro, si arriva nell’incantevole loclità dei Prati Lièndri,che ospitano l’antica chiesetta di San Giovanni, a 1175 m. Questa località collega, tramite il ponte tibetano della Val de Riva, il Rifugio Fonteghi e il Rifugio Caltena. Con settanta metri di lunghezza e quasi trenta di altezza,
il ponte, collocato in posizione panoramica sul rio Giasinozza, permette di ammirare dall’alto il lago della Noana, bacino artificiale di considerevoli dimensioni che si estende nella vallata sottostante, vero e proprio paradiso per i pescatori locali.
Costruito a partire da quattro grosse funi in acciaio ancorate alla parete rocciosa, il ponte sospeso è transitabile solo dai pedoni o dai ciclisti che si avventurano fin qui in un percorso ad anello, che lungo il suo itinerario arriva a toccare il Rifugio Vederna, il Rifugio Fonteghi e il Rifugio Caltena (Tour 2261 outdooractive.com).
La Lisiera: il lavatoio dove si bolliva la cenere e le donne andavano a fare il bucato, è diventato uno spazio pubblico multimediale con filmati che raccontano i luoghi del femminile antico, come la chiesa, le fontane, gli orti, i campi, la famiglia cooperativa, il cimitero;
El Tabià del Rico: in questo museo privato, visitabile gratuitamente, Mary Orler ha creato il suo piccolo mondo antico, mettendo insieme attrezzi, oggetti, costumi, corredi sottratti alla polvere e riconsegnati alla memoria;
El Tabià de la Gema: nella cui stalla preziosa trova esposizione una quindicina di presepi, curati da Mario Corona;
El Tabià del Checo: fienile di rappresentanza e di esposizione delle primizie artigianali del paese;
In nome de Jesu: in una vecchissima stalla vengono rappresentate la vita e la passione di Cristo; Bosco e Boschieri, installazione a forme stilizzate che ricorda il canto religioso dei vecchi boscaioli, dopo la dura giornata di lavoro. Ogni sera alle 20 questo canto si libra nell’aria.
I Stoli: si tratta di gallerie di captazione dell’acqua di approvvigionamento delle fontane; due su tre sono visitabili.
Mezzano Romantica propone eventi musicali e culturali di alto livello e ricchi di suggestione. Concerti e serate teatrali, infatti, si svolgono nei luoghi più tipici e coinvolgenti del paese di Mezzano, unendo così la bellezza dell’arte musicale e teatrale con gli angoli più caratteristici e storici del paese.
La presenza ormai consueta nei mesi estivi della Music Academy International di New York garantisce la rappresentazione di opere liriche, musical di Broadway, concerti per orchestra e da camera, in una serie di eventi che sono quasi quotidiani. Completano il quadro rassegne teatrali e concerti da camera anche durante gli altri mesi.
Non vanno dimenticate la Sagra del Carmine e del Carmenin, terza domenica di luglio e il lunedì successivo; la Festa dei Omeni e la Festa del latte.
Manifestazioni ed eventi sono sempre consultabili sul sito www.mezzanoromantica.it
Canederli, Spaetzli, Gnocchi: sono i protagonisti dei primi piatti.
La ricca produzione casearia non fa mai mancare il formaggio nel nostri piatti. Il più tipico è la Tosèla di Primiero che insieme a luganega e polenta forma il più tradizionale piatto primierotto.
Da provare anche la salsiccia a pezzetti in sugo di farina di frumento con fagiolini stufati alla ricotta affumicata: questa prelibatezza si chiama “el tonco con polenta e teghe a la poìna”. Assieme ai secondi ci stanno sempre bene le verdure, magari provenienti dall’orto di famiglia.
Smorum, casada, torta alla ricotta e pani dolci sono invece il dulcis in fundo nel nostro menu.
Sono davvero molti i prodotti frutto dell’eccellente artigianato di Mezzano:
ll birrificio artigianale “Bionoc” di Fabio e Nicola vanta numerosi riconoscimenti nel settore. Si producono diversi tipi di birra con luppolo quasi interamente primierotto. Si celebrano degustazioni e visite guidate. www.birrificiobionoc.com
Da Artelèr si trovano tessuti realizzati a mano su antichi telai, unici in Trentino. Il modo di tessere e gli antichi damaschi si tramandano oralmente nella famiglia Trotter da ben sette generazioni. www.arteler.it
I fratelli Zeni scultori realizzano una vastissima scelta di classiche sculture in legno. www.zeniscultori.com
Gianluigi Zeni, figlio d’arte, rappresenta le sue opere in modo innovativo, dando alle sculture tematiche moderne con grande passione. www.gianluigizeni.com
Artistica Legno GT, produzione accessori e articoli d’arredo artistici in legno.
Al Caseificio di Primiero c’è l’imbarazzo della scelta per gli amanti dei formaggi. Il prodotto tipico della nostra valle è la “Tosèla”, un formaggio fresco fatto con latte appena munto da gustare a crudo o cotto nel burro, accompagnato dalla classica polenta. Il burro da noi si chiama “Botìro” e quello di malga è un presidio slow food. Viene prodotto solo nel periodo estivo con il latte fresco proveniente dagli alpeggi di alta quota. La lavorazione avviene esclusivamente a mano come da antica tradizione. www.caseificioprimiero.it
La macelleria Bonat fa conoscere la passione che Luigi, il titolare, instilla nelle sue creazioni. Ogni prodotto è frutto di una ricerca e di una storia, come il filetto romantico, il filetto al prosecco o alle mele,lo speck profumato al limone o alla birra. www.macelleriabonat.com
Non possono mancare il dolce della Biscotteria la Rondine, che produce biscotti artigianali. www.larondinebiscotti.com;
il biscotto romantico della Pasticceria Lucian, prodotto con farina di mais e speziato con il carèz, il cumino selvatico che cresce nei nostri prati.
Il “brazedel” preparato dal panificio della Famiglia Cooperativa, treccia propiziatoria che si regala a fine e inizio anno.