logo-mezzanoMezzano
Segni sparsi del rurale

Comune di MEZZANO
(Provincia di Trento)
Altitudine
m. 640 s.l.m.
Abitanti
1602

Patrono
San Giorgio (23 aprile); Madonna del Carmelo (16 luglio)
info turismo

Punto Info Mezzano
Piazza Mons. Rodolfo Orler
Tel. +39 349 739 7917
Aperto stagione estiva e invernale
Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi Tel. +39 0439 62407

www.mezzanoromantica.it

https://linktr.ee/mezzanoromantica

Lo spirito del luogo

logo-mezzanoIl nome

Ci sono diverse ipotesi riguardo l’origine del nome Mezzano. Probabilmente la base etimologica è latina, da medianum, termine che rimanda alla posizione mediana rispetto agli altri comuni della valle di Primiero, collocati più in basso come Imer (dal lat. imus), o posti più in alto come Siror (dal lat. superior).

 

La storia

La prima attestazione documentaria della valle di Primiero risale al 1142 e consiste in un diploma con il quale l’imperatore tedesco concede al vescovo della vicina città di Feltre dei poteri pubblici, signorili e patrimoniali sulla valle.

Verso la metà del XIV secolo ha inizio l’attività mineraria in Primiero, la quale durerà fino alla fine del XIX secolo. Il forte afflusso migratorio di minatori tedeschi giunti in valle per lavorare nelle miniere genera un ampio sviluppo economico che tocca anche Mezzano, il quale continua comunque a mantenere la fisionomia di piccolo centro agricolo.

Una svolta importante in ambito legislativo si ha nel 1367, quando Bonifacio de Lupis approva gli Statuti della Comunità di Primiero, ai quali saranno sempre legate le vicende storiche di Mezzano e di tutta la valle.

Nel 1373 il Primiero passa sotto il controllo degli Asburgo, il cui dominio sulla valle durerà fino agli inizi dell’Ottocento. Il 1401 segna uno spartiacque fondamentale per il Primiero: i duchi d’Austria consegnano la valle alla famiglia pusterese dei conti Welsperg, che saranno signori di questi territori fino al 1805.

Nel XV secolo inizia lo sfruttamento dei boschi che per secoli rimarrà un tassello fondamentale dell’economia del Primiero. Il legname, molto richiesto dalla Serenissima, esce dalla valle tramite la fluitazione sul Torrente Cismon e sul Fiume Brenta, raggiungendo in tal modo i mercati di Padova e Venezia. Quello dei boschi è un ambito sottoposto a una lunga contesa per il loro possesso, prima tra la comunità primierotta e la famiglia Welsperg, la quale ottiene nel 1454 il controllo sul patrimonio boschivo e sulle attività ad esso collegate; in seguito tra i Welsperg e l’arciduca Ferdinando II, che nel 1558 rivendica e avoca a sé i boschi di Primiero, istituendo l’ufficio minerario, nuova istituzione che amministra i boschi della valle in nome del governo imperiale.

Il Sei e il Settecento sono secoli difficili per la valle di Primiero, segnati dai frequenti attriti con i confinanti territori veneti per via dall’amministrazione di alcuni pascoli nel territorio valligiano e da epidemie di peste. È proprio la peste del 1630 che dà l’occasione per la costruzione di un capitello votivo, il Capitèl de la peste, e della Cappella di Santa Fosca, ancora oggi visibili a Mezzano.

Nel 1786 si ha un altro importante cambiamento giuridico, con il passaggio della Pieve di Primiero dalla diocesi di Feltre a quella di Trento.

L’Ottocento si apre con una serie di mutamenti politici, a partire dalla cessione della valle alla Baviera con il trattato di Presburgo del 1805. Con la formazione del Regno d’Italia napoleonico, il Primiero viene incluso nel Dipartimento della Piave, del quale farà parte fino al 1814, quando con la sconfitta di Napoleone la valle ritorna sotto il dominio austriaco.

A poco più di un secolo di distanza, nel 1918 il Primiero passa definitivamente al Regno d’Italia.

Posto all’estremità orientale del Trentino, nel comprensorio di Primiero, Mezzano è l’unico comune di valle a conservare ancora, tra le abitazioni, qualche stalla in funzione. Sapori e odori di una ruralità altrove smarrita rendono questo borgo – uscito quasi indenne dalla devastazione della montagna a scopi turistici – un luogo capace di conciliare il passato e il presente, le forme architettoniche della tradizione e la loro rilettura contemporanea. L’abitato è un susseguirsi compatto di tetti contorti e sporgenti, di balconi di legno e finestrelle, di vicoli lastricati a salesà (selciato di ciottoli), di intonaci esaltati dal sole e dalle ombre, di assi ingrigite sugli edifici rustici. Prati, campi, boschi e alpeggi fanno da cornice a questo paese che sembra ancora cullato dagli antichi ritmi dello sfalcio e della vita contadina. La vecchia lisièra, ambiente in cui un tempo si faceva il bucato, riporta l’eco delle donne che la affollavano nei tempi andati, e il passato arcaico, agricolo, magico, ritorna nei profumi delle piante e delle erbe, nei rumori dell’acqua delle fontane, nelle architetture ristrutturate che ancora conservano i caratteri di un tempo, nel ricordo delle giornate a piedi scalzi sui prati appena falciati.

Mezzano rivendica la sua fiera identità mandando in scena uno spettacolo tutto suo, di quelli che incantano nella loro disarmante semplicità: antiche fontane di pietra inserite in slarghi irregolari, stradine anguste a misura dei vecchi mezzi agricoli, rigogliosi orti fioriti, antiche architetture in legno e in pietra. L’anima del paese traspare nell’itinerario Segni sparsi del rurale, cinque elementi che ancora oggi fanno di Mezzano un piccolo borgo rurale. Si tratta dell’acqua (fontane, lavatoi, antichi acquedotti), degli orti (che a Mezzano sono oltre 400!), delle architetture tradizionali, delle antiche iscrizioni e degli affreschi sulle pareti delle abitazioni.

Il modo migliore per scoprire Mezzano è avventurarsi per le strette stradine del centro storico seguendo un percorso consigliato che tocca tutti i maggiori punti di interesse del paese, nonché tutte le installazioni di Cataste&Canzèi®, cataste di legna rivisitate in chiave artistica che costituiscono un vero e proprio museo en plein air, richiamando la secolare necessità per gli abitanti di montagna di fare una copiosa scorta di legna da ardere durante i freddi mesi invernali.

Un’altra sorpresa attende il visitatore nei vicoli del paese: La Sedia Rossa®. Si tratta di una sedia dall’intelaiatura rossa collocata negli angoli più suggestivi del borgo, sulla cui seduta è posta una campanella: basta suonarla e subito arriverà un abitante del paese che risponderà a domande, racconterà curiosità e aneddoti, narrerà la vita della Mezzano di un tempo, farà dono dei propri ricordi e del proprio vissuto…Un ottimo modo per instaurare un legame più vivo e diretto tra il visitatore e gli abitanti del borgo.

Anche i dintorni di Mezzano offrono emozioni indimenticabili percorrendo bellissime passeggiate ed escursioni, lungo le quali si possono ammirare panorami mozzafiato ed ascoltare indisturbati i rumori del bosco e della montagna. I Prati Liendri sono meravigliosi prati che si estendono al cospetto delle Vette Feltrine e del Sass de Mur, sui quali fa capolino l’antica e pittoresca chiesetta di San Giovanni. Il modo migliore per visitarli è incamminandosi sul sentiero Cordogné-San Giovanni che corre in parte sulla cresta del Monte Cordogné, dalla quale si può godere di splendidi panorami, in parte attraverso i Prati Liendri.

Altro trekking molto suggestivo è il Sentiero degli Abeti Giganti, percorso che si snoda nel magico bosco della Val Noana, lungo il quale è possibile ammirare i grandissimi e maestosi abeti secolari.

Per i più coraggiosi, invece, il ponte su funi della Val de Riva, lungo all’incirca settanta metri e sospeso a trenta metri di altezza sopra la gola dell’omonima valle. Un altro ponte su funi, poco distante dal paese, attraversa il confine tra Mezzano e Imèr, sospeso sulla stretta gola del Rio San Pietro.

Appena sopra il borgo, sul versante del monte Bedolé corre la Via Nova, pianeggiante stradina sterrata nel bosco che collega Mezzano con la strada del Passo Gobbera da un lato, con Pieve dall’altro.

Molto bella e accessibile a tutti è la ciclopedonale che corre lungo il Torrente Cismon, sale fino a Fiera di Primiero e torna verso Mezzano nella parte alta della valle lungo la via Molaren.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Mezzano offre ai i suoi visitatori più piccoli tre parchi giochi, uno nel paese e due a cinque minuti a piedi dal centro.

L’attività Caminàr tei dintorni de Medàn offre l’opportunità, durante la stagione estiva, di visitare i luoghi più belli nei dintorni di Mezzano, con passeggiate ed escursioni accessibili a tutti, guidate dall’accompagnatore di media montagna.

I più avventurosi possono invece scegliere il canyoning della Val Noana o l’arrampicata su roccia con le Guide Alpine “Aquile di San Martino”.

El Tabià del Checo: antico fienile ristrutturato che accoglie una piccola esposizione delle eccellenze artistiche, artigianali e culinarie del paese.

El Tabià de la Marì: fienile trasformato in un museo etnografico, nel quale Marì Orler ha ricreato il suo piccolo mondo antico, mettendo insieme attrezzi, oggetti, costumi e corredi sottratti alla polvere e riconsegnati alla memoria, che raccontano la cultura, la vocazione contadina e artigianale della Mezzano di un tempo.

El Tabià de la Gema: fienile un tempo di proprietà di Gemma Nicoletto, primo sindaco donna di Mezzano e del Trentino, la cui stalla al piano inferiore ospita una meravigliosa mostra di presepi realizzati da Mario Corona, che in ogni momento dell’anno fanno rivivere l’atmosfera quanto mai romantica del Natale.

La Lisiera: il lavatoio dove le donne si recavano due volte l’anno a fare il bucato della biancheria e delle lenzuola accumulate in soffitta; era ed è uno spazio pubblico, oggi aperto ai visitatori. Al suo interno si possono ancora vedere i grandi calderoni nei quali veniva scaldata l’acqua che, unita alla cenere e al sapone naturale, permetteva di sbiancare e pulire i panni.

I Stoli: strette gallerie scavate nel ventre della montagna per captare l’acqua potabile che, incanalata, un tempo riforniva le fontane e i lavatoi del paese. In paese ne sono rimasti tre, di recente ristrutturati e visitabili.

Il festival Mezzano Romantica® propone eventi musicali e culturali di alto livello e ricchi di suggestione. Concerti e serate teatrali a cui fanno da palcoscenico i luoghi più tipici e coinvolgenti di Mezzano, unendo così la bellezza dell’arte musicale e teatrale con gli scorci più romantici del paese.

Altra rassegna musicale è il Trentino Music Festival per Mezzano Romantica. Da ormai diversi anni, nei mesi estivi la Music Academy International di New York, prestigiosa accademia musicale internazionale, fa volare fino in Primiero i suoi studenti, i quali seguono qui le loro masterclasses estive, proponendo un ampio programma di eventi di alto livello che spaziano dalle opere liriche, ai musicals di Broadway, ai concerti sinfonici e di musica da camera.

Pe quel che riguarda le feste tradizionali, non va dimenticata la Sagra dei Carmeni e del Carmenin, antichissima festa paesana che si tiene ogni anno la terza domenica di luglio e il lunedì successivo, in onore della Madonna del Carmelo. A ciò si aggiungono la Cena sotto le Stelle, suggestiva cena all’aperto nelle vie del centro storico; la Calakili, gara di corsa sui sentieri che si snodano nei dintorni di Mezzano; le serate danzanti con il Gruppo Folkloristico di Mezzano, il più antico di tutto il Trentino, fondato nel 1928; Only The Brave, impegnativa gara in cui Vigili del Fuoco provenienti da tutta Italia si sfidano nella salita ai Prati di San Giovanni con bombole d’ossigeno, abbigliamento e attrezzatura da pompiere.

Manifestazioni ed eventi sono sempre consultabili sul sito www.mezzanoromantica.it e sui social (Instagram: @mezzanoromantica; Facebook: Mezzano Romantica).

Il piatto tipico è la Polenta, tosèla, luganega e teghe co la poina. La polenta, base di ogni piatto, viene servita con la “tosèla”, un formaggio fresco che si fa rosolare in padella col burro per qualche minuto finché non raggiunge un colore dorato; con la “luganega”, salsiccia fresca cotta alla griglia; infine, con le “teghe co la poina”, fagiolini cotti al vapore conditi con ricotta affumicata.

Durante la stagione invernale, la polenta è accompagnata dai crauti, dalla luganega, e dalla scorzeta (salsiccia con la cotica) cotte in umido; in alternativa il figadet, la tradizionale salsiccia di fegato.

Uno squisito piatto unico sono le pape, una sorta di polenta molto morbida realizzata con farina di grano turco, semolino, latte e acqua, servite con burro fuso e ricotta affumicata.

Per quanto riguarda i dolci, i più golosi sono lo smorum, una sorta di frittata dolce fatta con latte, uova, farina e zucchero, che si serve accompagnata con marmellata di frutti di bosco, lo strudel, le frittelle e, in occasione delle feste più importanti, i crostoli e il brazedèl, un lievitato a forma di ciambella farcito con uvetta.

  1. La birra artigianale Bionoc’: una birra artigianale d’eccellenza che racconta il territorio, prodotta con luppoli e cereali coltivati in valle e con una delle migliori acque di montagna.
  2. I formaggi: c’è l’imbarazzo della scelta per gli amanti dei formaggi. Tra i prodotti da non perdere ci sono la Tosela, un formaggio fresco da gustare a crudo o cotto nel burro; il formaggio Primiero Stagionato, realizzato con latte di malga; il Botiro de malga, ossia il burro realizzato con latte di malga, tutelato dal presidio SlowFood; il Caprino Primiero, un formaggio morbido e fresco realizzato con latte di capra.
  3. Il legno: un artigianato artistico che segue la tradizione della scultura in legno delle vallate dolomitiche.