Treia
Terra del cuore e del sogno
Comune di TREIA
(Provincia di Macerata)
Altitudine
m. 342 s.l.m.
Abitanti
9199 (1240 nel borgo)
patrono
San Patrizio, 17 Marzo
info turismo
Ufficio Cultura del Comune di Treia
Corso Italia Libera, 16
0733 218711 – 0733 218726
michela.pagnanini@comune.treia.mc.it
liliana.palmieri@comune.treia.mc.it
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Il nome
Il nome della Città di Treia trae origine dalla divinità greco-sicula Trea-Jana, Dea della maternità, protettrice delle selve, nonché simbolo della Luna.
La storia
291 a.C., Treia è già nota come Trea o Trajana quando i Piceni si alleano con i Romani per fronteggiare i Galli (Tito Livio X, 10-11). Sorgeva lungo un diverticolo della via Flaminia, non quella che prende il nome dall’omonimo console e congiunge Roma a Rimini, ma quella che l’Itinerarium Antoninii riferisce andare da Dubios (Nocera) fino ad Auximum (Osimo, 25 km da Treia) ed Ancona (55 km da Treia): la Settempedana, Gli abitanti di Trea si trasferiscono sui vicini colli per sfuggire alle invasioni barbariche che funestano l’ultimo periodo dell’Impero. Il nuovo centro, che chiamano Montecchio, cresce rapidamente e si schiera tra i più fidi paladini della chiesa e del suo Stato, di cui segue le sorti fino all’Unità d’Italia. Strenua ed emblematica la sua resistenza agli Svevi: nel 1239 alle truppe di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 a quelle di Corrado D’Antiochia che i Montecchiesi arrivano a catturare come ostaggio.
Nel 1790 è Papa Pio VI a restituirle l’antico nome, Treia e conferirle il titolo di città.
Al mistero, non solo del nome, ma quello dell’anima più profonda, Treia indulge fin dall’origine. In epoca tardo-romana abbraccia il culto di Iside (importato dall’Egitto tolemaico da alcuni magistrati locali) che le lascia tracce di inestimabile valore storico-artistico di livello mondiale conservate oggi presso il Museo Archeologico.
Genitrice la dea Trea-Jana, dea della maternità e della fertilità Iside: Treia non ha mai tagliato il suo cordone ombelicale con la terra che riappare nel caldo ocra dei mattoni illuminati dal sole.
Terra solida e mistica insieme: attraverso il territorio treiese, vero “ombelico del mondo” romano e cristiano, si snoda la Settempedana, via commerciale e militare, ma anche itinerario dello spirito (collega Roma a Loreto) prediletto da San Francesco che ebbe tra i primi seguaci il Beato Pietro da Treia, di cui si parla anche nei Fioretti.
Questa, che si stende tra l’Adriatico ed i Sibillini, è la terra dell’argilla rossa e dei panorami che evocano suggestioni d’infinito non solo leopardiano: è nato qui Ilario Altobelli, francescano e astronomo, scopritore dei satelliti di Saturno.
“Treia ha frantumato la sua storia – scrive Dolores Prato – e i frantumi mandano echi spezzati… I frantumi grossi li adoperò come materiale da costruzione; ci fece anche gli scalini per salire su per la torre campanaria del Duomo” 25 secoli di storia hanno lasciato tracce indelebili. Mura duecentesche, torri longobarde, palazzi rinascimentali e neoclassici, un dedalo di suggestivi vicoli e viuzze che sfocia nella magnifica piazza della Repubblica: un ferro di cavallo delimitato dall’aerea balaustra in marmo con il monumento al Papa Pio VI che, scrive la Prato, “librato nell’aria… alto nello spazio come un gigantesco ostensorio e per fondo non potrà mai avere che il cielo”. Un panorama mozzafiato le cui quinte sono la neoclassica palazzina del Valadier sede dell’accademia Georgica, il palazzo Comunale (XVI-XVII sec.), la chiesa di San Filippo con il suo Crocifisso del Quattrocento e le statue degli Evangelisti del Varlé. Come è caratteristica in questa parte della Marca, sono soprattutto le chiese ad essere e fare da scrigno ai tesori d’arte. San Michele, romanica con elementi gotici, ha di fronte Santa Chiara, barocca e con una statua della Madonna di Loreto che leggenda vuole sia quella originale, sostituita a Loreto con una copia per preservarla dalle razzie napoleoniche.
La cattedrale, progettata da Andrea Vici, allievo del Vanvitelli, custodisce tra l’altro una lunetta del Pagani, una tavola di Giacomo da Recanati ed un busto di papa Sisto V una cui copia fa parte della collezione del Victoria and Albert Museum a Londra. Lasciatasi alle spalle l’Abside della cattedrale, ecco porta Vallesacco, monumento nazionale del XIII sec.: è qui che gli allora Montecchiesi catturarono con uno stratagemma Corrado d’Antiochia impegnato in un’epica battaglia che Silverio Copparoni, nel 1865, ha illustrato nel superbo sipario del Teatro Comunale, altro gioiello affrescato che merita la visita. Da porta Vallesacco, una breve passeggiata verso il santuario del Santissimo Crocifisso, costruito su disegno del Bazzana sul luogo dove sorgeva la Trea romana i cui reperti, in copia, sono incastonati sulla facciata del campanile. All’interno il Crocifisso he la tradizione vuole scolpito da un angelo e per alcuni studiosi rivela l’arte di Donatello. Tre le espressioni che si succedono sul volto del Cristo a seconda del punto di vista.
CASA DI TERRA
Percorrendo i dintorni di Treia, accanto ad antiche chiese e maestose ville gentilizie, troviamo un edificio più umile, ma non per questo meno interessante: la casa di terra.
L’edificio, oggetto di un recente intervento di recupero (2003 – 2006), è una casa rurale in terra cruda, un atterrato risalente presumibilmente alla seconda metà dell’800, localizzato in Contrada Fontevannazza, non lontano dal centro storico della Città.
La tecnica costruttiva è quella elementare del massone, impasto di terra e paglia lavorato in forma di panetto di diverse dimensioni e posto in opera allo stato umido, senza malta, sfruttando l’adesione tra un elemento e l’altro in virtù del tenore d’acqua dell’impasto.
Il fabbricato, di piccole dimensioni, ha una forma rettangolare allungata ed è composto da due corpi, la cui costruzione è sicuramente avvenuta in tempi diversi: uno a due piani, con scala interna in muratura, l’altro, il più antico, ad un solo piano.
L’atterrato costituisce un esempio, ormai raro, di quelle costruzioni elementari presenti nel territorio marchigiano fin dall’ inizio del XIX secolo ed ora quasi del tutto scomparse.
Parco di San Lorenzo
Avventùrati nel parco di San Lorenzo in svariati trekking o percorsi da fare in bicicletta. Delìziati con le splendide vedute sul paesaggio marchigiano.
Rievocazione storica
In occasione della Disfida del Bracciale, entra in una delle storiche taverne e tuffati nel passato grazie alla rievocazione ottocentesca che anima la Città.
Borghi in Moto
Visita la storica Città medievale e la sua vasta campagna in sella alla tua motocicletta, Treia è il Borgo più visitato d’Italia, tra i Borghi più Belli d’Italia.
Percorsi culturali ed enogastronomici
Incastonata al centro dei Cammini Lauretani ed all’interno del percorso enogastronomico “Italia Coast to Coast”, Treia è un’ottima meta per camminare immersi nella natura ed assaggiare le tipicità enogastronomiche locali come il calcione.
Accademia Georgica,
Famosa in tutta Europa, le si devono, tra l’altro, i primi bollettini metereologici per l’agricoltura ed i primi esperimenti di estrazione dell’olio dai semi. È ancora un centro di cultura grazie al ricco patrimonio librario, archivistico ed artistico: a manoscritti, incunaboli, pergamene, bolle si affianca anche la documentazione degli studi sulla coltura del “maceratino”, vitigno autoctono, detto anche “montecchiese”, che è il capostipite del celeberrimo Verdicchio.
Museo Archeologico,
numerosi i reperti di valore mondiale, alcuni dei quali, provenienti dal santuario di Iside della Trea romana.
Pinacoteca Civica,
Tra pregevoli mobili d’epoca conserva ritratti di personaggi illustri legati alla storia della città.
Disfida del Bracciale
Ogni anno, la prima domenica di agosto, nell’Arena Carlo Didimi si celebra la storica Disfida del Gioco del Pallone col Bracciale, uno sport sferistico di origine ottocentesca.
Festival di San Patrizio
Il 17 Marzo di ogni anno Treia si tinge di verde per celebrare il suo santo patrono, ospitando diverse manifestazioni con proposte sia culturali che enogastronomiche.
Sagra del Calcione
Nell’ultima settimana di maggio o nella prima di giugno si rende omaggio ad un prodotto unico della tradizione marchigiana. Il Calcione di Treia, riconosciuto come Prodotto Tipico Regionale, durante questa sagra, viene proposto in diverse versioni (fritto o al forno) e viene accompagnato da tanti altri prodotti tipici locali.
Magnalonga
Partecipando alla “Magnalonga” del 1° Maggio, potrai percorrere un tracciato enogastronomico a piedi che si snoda sulle colline della stupenda campagna locale.
Fermento
E’ il Festival delle birre artigianali che si svolge nei caratteristici vicoli del centro storico, con street-food, artisti di strada e gruppi musicali.
Wonder Italy 2022
Premiata come borgo più visitato d’Italia e inserita nella lista dei dieci piccoli borghi più belli dell’intera penisola, Treia ospiterà l’evento di Wonder Italy il 1° ed il 2 Giugno 2022.
Festival Letterario Dolores Prato
Un festival letterario per celebrare il 130° anniversario della nascita della scrittrice che ha dedicato alla Città di Treia il romanzo autobiografico “Giù la piazza non c’è nessuno”.
Assaggio obbligato per vincisgrassi (pasta al forno con ragù e besciamella), ciauscolo (gustoso salame a pasta morbida) e polenta, rigorosamente a base di granoturco Quarantino di Treia, una varietà autoctona.
Il calcione di Treia, prodotto DOP, tipico del periodo pasquale è un disco di sfoglia tirata al mattarello ripieno di un impasto di farina, uova, pecorino, zucchero, olio. Dolce la pasta esterna, salato il ripieno, è apprezzato come spuntino o dessert. Per gustarlo anche fritto ed al forno da non perdere la Sagra del Calcione quando è “innaffiato” con Verdicchio o Vernaccia di Serrapetrona.
Il bracciale: bracciale in legno del peso di circa due chili, costituito da un manicotto ricavato da un unico pezzo di legno, scavato all’interno in maniera corrispondente alla mano del giocatore e circondato esternamente da una serie di punte anch’esse in legno.
Ristorazione
Ristorante Country House Il Villino
Antico casolare dell’800, cucina tipica marchigiana. Piscina con elegante giardino, per una vacanza in pieno relax.
Contrada San Carlo, 29
+39 0733 215414
info@ilvillinoristorante.it
www.ilvillinoristorante.it