Sperlonga
Un sogno omerico tra cielo e mare
Comune di sperlonga
(Provincia di Latina)
Altitudine
m. 55 s.l.m.
Abitanti
3450 (430 nel borgo)
Patrono
San Leone Magno, prima domenica di settembre
info turismo
Ufficio promozione turistica, tel. 0771 557000
inverno ore 8-14 / 15-17 – estate 8-13 / 17-21
www.comune.sperlonga.lt.it
comunedisperlonga@tiscali.it
Il nome
Deriva dalle grotte naturali (speluncae) che si aprono sul mare, la più famosa delle quali è la spelonca di Tiberio.
La storia
Età romana, Plinio ricorda il “luogo della spelonca”; “si aprono qui – aggiunge Strabone – caverne grandissime e contenenti grandi e ricche abitazioni”. Le incavature naturali che avevano attratto la nobiltà romana e da queste trasformate in lussuose ville (come quella di Tiberio), saranno abbandonate verso il X secolo, quando le scorrerie dei pirati costringeranno la popolazione a mettersi al riparo sullo sperone di San Magno.
X sec. d.C., la continuità del nome è documentata in un codice in cui si parla del castrum Speloncae. Il castello era circondato da mura ed aveva, come molti luoghi costieri, una chiesetta dedicata a San Pietro, che era pescatore.
A partire dal IX secolo e per tutto il Medioevo Sperlonga è un villaggio di pescatori che vive sotto il costante terrore delle aggressioni saracene.
1135, è menzionata nel Codex Caietanus la chiesa Sanctae Mariae de Spelonche.
1379, si rifugia a Sperlonga l’antipapa Clemente VII, in fuga da Anagni dopo la disfatta delle sue milizie.
1534, il pirata saraceno Khair al-Din Barbarossa conquista e devasta il borgo.
1622, Sperlonga cade di nuovo in mano ai Turchi.
L’antico borgo sta su uno sperone di roccia a picco sul mare e affonda le radici nel mito, nella grotta-ninfeo di Tiberio, nelle speluncae che gli hanno dato il nome, accarezzate dalle onde ribelli, abitate dalle leggiadre figure marine dei mosaici romani. Prima delle scorrerie saracene che hanno spinto i pescatori ad arroccarsi e a dipingere di bianco le case per abbacinare i corsari, già provati dai lunghi viaggi in mare, la luce accecante era quella del mito di Ulisse, che accompagnava il peregrinare delle navi nell’azzurro e infido Mediterraneo. L’antro di Tiberio era arredato con le grandi sculture dai muscoli guizzanti ispirate alle imprese dell’eroe omerico. Le origini di Sperlonga risalgono alle antiche leggende greche.
Le sue grotte di calcare accoglievano le flessuose ninfe del mare: la più bella, narra Esiodo, si chiamava Sperlonga, come l’antro che abitava, e aveva fatto innamorare Giove che una notte, sotto forma di infuocato meteorite, atterrò tra le sue gambe, mentre riposava sulla spiaggia. Le abbaglianti falesie di Sperlonga sono nate dal terremoto suscitato dal mitico amplesso.
Sperlonga è un borgo marinaro a metà strada tra Napoli e Roma, arroccato in cima a uno sperone roccioso, con gli intonaci bianchi di calce, con archi, scalette e viuzze che si aprono e si nascondono, s’inerpicano e ridiscendono fino a scivolare al mare. La sua struttura urbanistica è tipicamente medievale: partendo da un primo nucleo centrale, le case si sono avvolte intorno al promontorio divenendo tutt’uno con la roccia, e abbracciate le une alle altre in funzione difensiva. Il borgo è sorto così, sullo sperone di San Magno, nella più pura e spontanea architettura mediterranea, con vicoli stretti e lunghe scalinate per rendere più disagevoli le incursioni dei predoni del mare.
Nell’XI secolo Sperlonga era un castello chiuso da una cinta muraria, nella quale si aprivano due porte che oggi sono le testimonianze superstiti dell’epoca medievale: la Portella (o Porta Carrese) e Porta Marina, la principale via d’accesso al paese, entrambe con lo stemma dell’aquila della famiglia Caetani. Delle torri di avvistamento che avevano lo scopo di segnalare l’arrivo dei pirati saraceni, ne sono rimaste tre: torre Truglia, edificata su uno scoglio all’estrema punta del promontorio di Sperlonga nel 1532, sulle fondamenta di un’analoga costruzione romana, ricostruita nel 1611, di nuovo distrutta nel 1623 e rifiorita nel secolo successivo; torre Capovento, contemporanea della precedente, su uno sperone del monte Bazzano; torre del Nibbio, che era inclusa nel castello baronale e risale al 1500. Dopo la devastazione del 1534 dovette passare quasi un secolo perché la vita tornasse a Sperlonga, che fu ricostruita nell’attuale forma a testuggine ed arricchita di chiese e palazzi signorili.
Tra le emergenze architettoniche, da ricordare l’antichissima chiesa di Santa Maria di Spelonca, costruita nei primi anni del XII secolo con campanile e pianta latina con matronei, la chiesa di San Rocco, del XV secolo, palazzo Sabella, il più antico e importante
del borgo, temporanea residenza nel 1379 dell’antipapa Clemente VII, con facciata rifatta nel ’500.
L’antro di Tiberio, infine, è una grotta ricavata in una villa romana che si dice appartenesse all’imperatore. La residenza si sviluppava per oltre 300 m di lunghezza lungo la spiaggia di levante e comprendeva un impianto termale e una piscina circolare collegata a vasche destinate all’itticoltura. Internamente l’antro era decorato con marmi e mosaici in tessere di vetro e arredato con i gruppi marmorei delle imprese di Ulisse conservati al Museo Archeologico.
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Vela e sport nautici, corsi e immersioni, seawatching, free climbing, cicloturismo, itinerari naturalistici sull’antica via Flacca.
E’ stata recentemente istituita l’Area Protetta Monumento Naturale di Sperlonga, Promontorio villa di Tiberio e Costa torre Capovento – Punta Cetarola, a testimoniare l’importanza culturale e ambientale di questo territorio. Il WWF gestisce, inoltre, l’Oasi Blu, uno specchio di mare e di arenile nei pressi della villa di Tiberio (tel. 0771 7683850). Da Sperlonga sono possibili escursioni all’antica via Flacca, che costeggia promontori che si tuffano in mare, rocce modellate dal vento, due laghetti costieri. Da non perdere anche la visita al Parco Nazionale del Circeo, uno degli habitat costieri più incontaminati, ricco di una folta macchia mediterranea e di dune alte fino a 20 metri in cui attecchiscono lentischi e ginepri bassi.
Museo Archeologico,
ospita i celebri reperti scultorei rinvenuti negli scavi del 1957. Si tratta di una vera Odissea di marmo che racconta quattro episodi dell’epos omerico: Ulisse che solleva il cadavere di Achille, Scilla che attacca la nave di Ulisse, l’accecamento del ciclope Polifemo e il ratto del Palladio. Il restauro delle sculture, rinvenute in migliaia di frammenti, non è ancora terminato. Si ipotizza che gli autori siano i tre famosi scultori rodii che hanno realizzato il celebre Laocoonte oggi in Vaticano. Nel museo sono esposti anche altri reperti provenienti dalle decorazioni della villa di Tiberio.
Spazio 87,
galleria d’arte.
Laboratorio di Torre Truglia,
www.leamsperlonga.it
Ospitato nella torre Truglia, offre l‘opportunità di conoscere il mondo marino attraverso un piccolo museo con ale tematiche adatte alla didattica ambientale.
Premio Grotta di Tiberio,
all’interno della Settimana Culturale di settembre.
TeatroMare,
rassegna teatrale, luglio-agosto.
La gastronomia si innesta sulla tradizione di piatti che si rifanno a una cucina povera come le zuppe: di pesce o di sarde alla sperlongana, di fagioli, marinata. Apprezzabili anche i bombolotti al ragù di seppia, gli spaghetti alle cicale di mare e la cucina marinara in genere.
Ospitalità
Hotel Aurora
Direttamente sul mare, spiaggia privata, veranda e giardino panoramico.
Via Cristoforo Colombo, 57
+39 0771 549266
www.aurorahotel.it