Vigo_di_Fassa-StemmaSèn Jan di Fassa
Sei borgate sotto il Catinaccio

Comune di Sèn Jan di Fassa
(Provincia di Trento)
Altitudine
m. 1385 s.l.m.
Abitanti
1275 (820 nel borgo)

Patrono
San Vito, 15 Giugno, San Giovanni, 24 Giugno
info turismo
Apt Val di Fassa – tel. 0462 609700 www.fassa.com
Pro Loco: www.prolocovigodifassa.com
Manifestazioni: www.entornvich.com

Lo spirito del luogo

Vigo_di_Fassa-StemmaIl nome
Il toponimo risale all’epoca romana: vicus significa “villaggio” e corrispondeva a un piccolo insediamento, forse a un semplice accampamento di truppe.

Escludendo il nucleo di Solar, corrispondente al centro storico di Vigo di Fassa – ormai compromesso da un’urbanizzazione selvaggia – le altre frazioni mantengono un’identità rurale che va tutelata. Tanto più che Vigo sorge nella conca più ampia e soleggiata della Val di Fassa, intorno al massiccio del Sella e sotto le vette del Catinaccio e del Latemar. C’è una parola, qui, che esprime tanta bellezza: enrosadira. Deriva dal ladino enrosadöra (“diventare di colore rosa”) e descrive il fenomeno per cui le cime delle Dolomiti, all’alba e al tramonto, assumono un colore rossastro che vira verso il viola. Siamo nel leggendario reame di Re Laurino, che aveva nel Catinaccio (in tedesco Rosengarten, “giardino di rose”) una splendida distesa di rose rosse: le stesse che, tornando per qualche istante a fiorire come un tempo, tingono le montagne di rosso. Oltre che centro geografico della valle, Vigo fino all’Ottocento ne era il cuore amministrativo: ospitava il potere giudiziario (il Giudizio di Fassa, che rappresentava l’autorità imperiale), quello legislativo (le assemblee della Comunità) e quello religioso (grazie alla presenza della pieve di San Giovanni e della chiesa di Santa Giuliana, patrona della valle). Nella frazione di San Giovanni svettano le ardite forme tardogotiche della pieve, consacrata nel 1489 e costruita su una più antica chiesa romanica, a sua volta sorta sulla primitiva cappella carolingia. Molto elegante il campanile, frutto di una sopraelevazione di quello romanico, con la slanciata guglia che raggiunge i 67 metri d’altezza. Nell’abside si ammirano il ciclo affrescato nel 1498 dall’altoatesino Ruprecht Potsch e le pitture di David Solbach (1578). Nell’edificio che ospita l’Istituto Culturale Ladino i valligiani consegnavano i loro raccolti come decime per il Principe Vescovo. Presso la pieve si trova la cinquecentesca Ciasa Soldà, monumento nazionale vincolato.

Ogni frazione ha una sua atmosfera e qualche motivo d’interesse. Una costante è la presenza di crocifissi ed edicole agli incroci delle strade e persino nei campi, di fontane (in ladino festil) e di grandi fienili in legno (tobié). La prima borgata che s’incontra venendo dal paese è Valle (Val): il suo aspetto rurale si conserva grazie ai numerosi tobié (quello che porta sull’architrave la data del 1606 è il più antico di Vigo), alla fontana, al crocifisso settecentesco e ai vari rustici. Anche Costa, che si raggiunge da Val per la Strada de Somcosta, ha la sua fontana (grande, con tre lavatoi), il suo crocifisso di legno e antiche abitazioni. Proseguendo verso monte, attraverso i prati, si arriva a Larzonei (in ladino Larcioné, dal latino laricetum, “bosco di larici”), altro villaggio fassano dall’architettura tradizionale, dove è presente un edificio con due forni del pane. Da una fontana coperta da tettoia, parte un sentiero che conduce a Tamion, il villaggio più alto in quota, posto su una terrazza panoramica dove si nota, tra le case e gli antichi fienili, la chiesetta della Trinità eretta nel 1708. La sesta e ultima borgata, Vallonga (dal latino vallis longa), si allunga intorno alla chiesetta settecentesca, e poi rinnovata, di San Giovanni Nepomuceno. Anche qui sono presenti i caratteristici fienili. La visita a Vigo si conclude con la chiesa di Santa Giuliana, la più ricca di storia di tutta la valle. Sorge in posizione panoramica sul primitivo insediamento retico. Documentata già nel 1237, è stata ricostruita e consacrata nel 1452. La vela centrale della volta dell’abside mostra una rarissima Trinità trimorfa. Meraviglioso è il trittico in legno policromo e dorato sull’altare maggiore di Georg Artzt (1517), una delle opere lignee di maggior pregio di tutto il Trentino, anche se alcune statue sono delle copie.

Piaceri e Sapori

Vigo è un paradiso per gli sciatori: dal centro urbano tramite la funivia si raggiunge direttamente l’area sciistica del Ciampedie (“campo di Dio” in ladino). A portata di mano anche i nuovi impianti del Passo Carezza. Gli amanti delle escursioni dal Ciampedie possono addentrarsi nel gruppo del Catinaccio o semplicemente apprezzare la cucina dei rifugi seguendo i sentieri attrezzati o le strade forestali.

Il Museo Ladino di Fassa ospita le collezioni etnografiche dell’Istitut Cultural Ladin. Ha sede nell’antico fienile Tobià de la Pieif, adiacente alla canonica della pieve di San Giovanni. La lingua e la cultura ladina, frutto dell’amalgama tra elementi dei “barbari” Reti e dei conquistatori Romani, sono sopravvissute solo nelle aree più isolate come le quattro valli intorno al massiccio del Sella: Fassa, Gardena, Badia e una parte dell’Ampezzano.

Lo speck e i formaggi

Ospitalità

Hotel Latemar Spitze

Elegante struttura stile chalet situata in zona panoramica con vista della Valle. Ottima cucina e camere dotate di tutti i comfort. Indimenticabili vacanze invernali, ed estive. In inverno servizio gratuito di bus navetta agli impianti sciistici più vicini.

  Strada Coltura, 2
  +39 0462 764162
  +39 338 5921454
  info@hotellatemar.com
  www.hotellatemar.com