Frontino
Il salotto del Montefeltro

Comune di FRONTINO
(Provincia di Pesaro e Urbino)
Altitudine
m. 534 s.l.m.
Abitanti
300

info turismo
Comune, C.so Giovanni XXIII 16 – Tel. 0722 71131/71135
comune.frontino@provincia.ps.it
www.frontinomontefeltro.it
www.comune.frontino.pu.it
www.frontinomontefeltro.it

Lo spirito del luogo

Il nome
Deriva da Castrum Frontini, di origine probabilmente romana. Nel VI secolo la rocca era utilizzata dai longobardi.

 

La storia
VI sec. d.C., Castrum Frontini è un caposaldo di confine longobardo.
1124, fondazione del castello di Frontino, come conseguenza della creazione della provincia ecclesiale di Massa Trabaria, territorio alle sorgenti del Metauro dotato dal papato di sovranità politica.
1209, Castrum Frontini è ricordato nel diploma di Ottone IV del 7 ottobre.
1213, San Francesco fonda il convento di Montefiorentino.
1305, il papato durante il trasferimento della curia pontificia ad Avignone perde il controllo di questo castello di confine, di cui si appropriano i Brancaleoni di Casteldurante (l’attuale Urbania) e nel 1332 Nerio della Faggiola, che lo tiene per vent’anni, fino al ritorno nel 1355 alla Santa Sede, quando i frontinesi giurano fedeltà nelle mani del cardinale Albornoz.
1440, Frontino diventa dominio di Antonio di Montefeltro e quindi di Federico, conte e poi duca di Urbino.
1451, il castello respinge l’assalto di Sigismondo Malatesta, storico nemico dei Montefeltro.
1522, Frontino sotto la guida del capitano Vandini resiste all’assedio dei fiorentini comandati da Giovanni delle Bande Nere; da allora la popolazione rimarrà sempre fedele al ducato dei Montefeltro.

Querce secolari, ginestre in fiore, aria pura circondano questa piccola comunità appenninica di contadini e boscaioli ora trasformati in custodi di un microcosmo di storia italiana. Solitario castello di confine dei duchi di Montefeltro, a cui fu sempre fedele nella contesa con i Malatesta, Frontino guarda la valle del fiume Mutino, le cui pietre lastricano le sue vie. Con queste stesse pietre è stato edificato il minuscolo borgo che è il più piccolo comune della provincia di Pesaro e Urbino, ma ricco di architetture rurali – gli antichi casolari sparsi nelle campagne, spesso trasformati in strutture ricettive – e di opere d’arte.
La maggiore di queste, il polittico di Alvise Vivarini, appartenuto alla chiesa del convento francescano di Montefiorentino, è custodita nella Galleria Nazionale d’Arte a Urbino. Restano comunque altre preziose testimonianze della lunga storia del borgo, come, nello stesso convento, la cappella dei conti Oliva e la pala d’altare di Giovanni Santi, padre di Raffaello, mirabili esempi del Rinascimento italiano attecchito in uno sperduto angolo di paradiso del Montefeltro, dove lo sguardo si perde nel flusso infinito di colli e crinali.

Il castello che ha respinto i Malatesta e vinto l’assalto di Giovanni delle Bande Nere è arroccato su uno sperone che domina la valle del Mutino. Alte mura, torri, stradine e piazzette lastricate di ciottoli del torrente Mutino, fiori e piante lungo le case a schiera, gatti tranquilli accolgono il visitatore. Il silenzio, rotto solo dallo stormire di querce secolari, e l’aria leggera di montagna disegnano il quadro di un paesaggio dell’anima, dove la realtà diventa quasi fantastica, richiamando immagini di Medioevo nella torre civica, sentinella del palazzo comunale, nel torrione che presidia le mura castellane, nel nobile e quattrocentesco palazzo Vandini (oggi adibito a struttura turistica) che, in realtà, indossa lo stile dell’Umanesimo e del Rinascimento. Dagli scantinati dell’edificio partiva un camminamento sotterraneo che conduceva al mulino sottostante il borgo.

Un tocco di contemporaneità è dato dalla fontana, una scultura d’acqua dell’artista torinese Franco Assetto, che qui trovò il suo luogo d’elezione e le cui opere sono conservate nel museo a lui intitolato.

Nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo è esposta una tela della scuola di Federico Barocci, il pittore urbinate più importante dopo Raffaello, rappresentante la Madonna con Bambino e i Santi Ubaldo e Francesco, del 1610. Una tela del 1616 che raffigura la Crocefissione è collocata dietro l’altare maggiore. Fresche miniature dipinte su piccole tavole del fonte battesimale sono state recentemente scoperte e restaurate.

Il convento di Monte Fiorentino risale per tradizione al suo fondatore San Francesco (1213). Una bolla papale del 1248 concede indulgenze ai fedeli, che contribuiscono al suo restauro. E’ uno dei conventi più grandi delle Marche, con ampi spazi interni e un grande parco. La sua struttura, posta su un verde poggio, ha subito nei corsi dei secoli restauri e ampliamenti, specialmente nel Seicento.

Appartiene alla chiesa di Montefiorentino il meraviglioso Polittico del pittore veneziano Alvise Vivarini (1475), oggi esposto presso la Galleria Nazionale d’Arte di Urbino. La cappella dei conti Oliva, costruita nel 1484 su commissione del conte Carlo Oliva, è meta obbligata degli amanti dell’arte. Attribuita a Francesco De Simone Ferrucci da Fiesole, appare sulla destra, entrando in chiesa, in una luce soffusa e colpisce per il suo linguaggio raffinato e rigoroso che riporta al gusto degli artisti toscani. E’ un’opera di grande purezza rinascimentale per le linee architettoniche e per i sarcofagi marmorei finemente scolpiti. Bellissimi i due inginocchiatoi intarsiati, realizzati da Maestro Zocchino (1493), che richiamano lo studiolo del duca di Urbino. La splendida pala d’altare su tavola, una delle opere più riuscite di Giovanni Santi, padre di Raffaello, rappresenta la Madonna con Bambino e i Santi Giorgio, Francesco, Antonio Abate e Girolamo (1489). Sono inoltre conservati qui anche un affresco con Sant’Antonio Abate, attribuito a Evangelista da Piandimeleto, un antico organo, un coro in noce secentesco e altri dipinti minori. Il piano terra del convento racchiude il chiostro ed è costituito da varie sale con volte a tutto sesto o a crociera. Presso il convento è collocata anche una raccolta di dipinti e di antichi testi graduali (canti della messa) e antifonari a stampa.

Prima di salire al borgo, sulla destra si trova il mulino di Ponte Vecchio: documentato dal 1658, anno della sua ricostruzione, è di origine trecentesca e sicuramente legato alla fondazione del castello, che riforniva di farina e pane. Dotato di torre di guardia e difesa, dopo il recente restauro ospita il Museo del Pane.

Il monastero di San Girolamo fu eretto nel 1500 da don Ghisello, appartenente all’illustre famiglia Vandini, per concessione del vescovo di Montefeltro Luca Melini e con il sostegno dei duchi di Urbino. Luogo suggestivo, circondato da querce secolari, il monastero è stato recentemente restaurato dal Comune, che ne è proprietario e l’ha adibito a turismo, con alloggi, ristorazione e sale convegni. E’ costituito da chiesa, convento e una dipendenza di servizio. La chiesa a unica navata contiene cantoria e organo. La pala dell’altare maggiore su tela, dipinta da Bernardino da Longiano (1560), raffigura la Madonna con Angeli, Bambino e i Santi Girolamo e Giovanni Battista. Interessanti anche gli affreschi sulle pareti e quello nel refettorio con l’Ultima Cena che orna la parete di fondo. Nel piano superiore del monastero sono visibili le antiche celle dei monaci.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Passeggiate, trekking e visita al Parco faunistico (tel. 339 8523356; info@parcosimone.it) di Pian dei Prati, dov’è possibile il contatto diretto con animali selvatici e d’allevamento.

Frontino appartiene alla Comunità Montana del Montefeltro e all’area del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello. Protetto alle spalle dal monte Carpegna, il borgo gode di scorci panoramici e della vista su un orizzonte senza fine, che comprende i monti della Luna, del Nerone, del Catria, dello Strega, del San Vicino, come le piccole valli in cui sono incastonati altri borghi.
Le campagne, contraddistinte da ripidi pendii e massi di calcare, danno cereali, farine e carni genuine, erbe aromatiche e officinali, frutti di antiche specie. Le vecchie strutture rurali sono oggi in gran parte adibite a dimore ricettive, idonee ad accogliere turisti.

Museo del Pane: il restauro del mulino della comunità, in località Ponte Vecchio, ha consentito di collocarvi un museo che valorizza le attività connesse alla molitura e alla panificazione. Sono attivi due apparati molitori con vecchie macine in pietra e relativa attrezzatura, azionati a energia elettrica. In un altro locale è in funzione un antico impianto molitorio azionato ad acqua, come nella tradizione, per scopi didattici. Una serie di 21 pannelli illustra la storia del pane e dell’arte molitoria, che trasformava il grano in farina. E’ inoltre in allestimento uno spazio che raccoglie attrezzature e utensili dell’antica attività artigiana e agricola.

Museo Franco Assetto: ospitato in un palazzo del centro storico, è dedicato all’artista torinese Franco Assetto (1911-1993) che donò al Comune buona parte delle sue creazioni. La sua opera ha attraversato il surrealismo, l’arte etnica, l’informale materico, la pop art, con connotazioni personali che hanno portato anche alla realizzazione di “sculture d’acqua” (tre fontane a Fortino, Piandimeleto e San Sisto), gioielli, ceramiche, “sculture murali” in mogano e plastica, disegni in carta ritagliata.

Sagra del Tartufo Nero, primo fine settimana di agosto.

Sagra del Fagiolo, prima domenica di settembre.

Premio nazionale di cultura Frontino – Montefeltro, terza domenica di settembre: fondato nel 1981 da Carlo Bo, critico letterario e rettore dell’Università di Urbino, come luogo di incontri e di amicizia, è diventato una manifestazione prestigiosa che ogni anno si svolge presso l’ex convento di Monte Fiorentino.

Frontino_foodLa specialità locale è il bustreng, un dolce a base di uova e latte.

expensive rare black truffle mushroom - gourmet vegetableDai boschi viene il tartufo nero. Al fagiolo è dedicata una sagra. Nel borgo si acquistano i prodotti da forno biologici, nelle aziende agricole i prodotti caseari e la carne bovina.