stemma-monte-isolaMonte Isola
L’isola da vivere

Comune di MONTE ISOLA
(Provincia di Brescia)
Altitudine
m. 187-600 s.l.m.
Abitanti
1680

Patrono
Santi Faustino e Giovita
info turismo
www.visitmonteisola.it

Lo spirito del luogo

stemma-monte-isolaIl nome
Monte Isola (o Montisola) è, come dice il nome, una montagna su un’isola che divide in due il lago d’Iseo: di qui la sponda bresciana, di là la bergamasca.

 

La storia
VIII sec., l’entroterra del lago d’Iseo (l’antico Sebino) è affidato dai sovrani longobardi alle Benedettine di San Salvatore affinché lo bonifichino. 905, nella “corte” di Monte Isola, appartenente al monastero di Santa Giulia (ex San Salvatore), si contano quattro case, della terra arabile, vigne, un bosco, un porto e dei poderi.
1248, il Comune di Brescia, dopo la sconfitta inflittagli a Parma da Federico II, rioccupa in provincia le terre perdute, tra cui il territorio del lago d’Iseo. 1300 ca., inizia la costruzione della Rocca Martinengo di Monte Isola. 1390, Matteo II Visconti è a Peschiera ospite degli Oldofredi per la caccia alle anatre.
1411, Pandolfo Malatesta estende il suo dominio sul lago, traendo dazi da Iseo, Montisola e altri comuni del lago. 1426, ha inizio il dominio della Repubblica di Venezia sul lago che durerà fino al 1797. La liberalizzazione del diritto di pesca sancita dal Senato Veneto, abolendo gli antichi privilegi feudali dà impulso alle attività legate alla pesca e alla fabbricazione delle reti.
1717, a Peschiera i pescatori decidono di insistere presso il Senato di Venezia affinché siano proibiti alcuni tipi di rete ritenuti pericolosi per la specie ittica. Alla fine del secolo la fama di Montisola come terra di costruttori di reti da pesca è già ben consolidata. 1834, a Lovere inizia la navigazione a vapore: il primo battello compie il tragitto Lovere – Iseo – Sarnico. 1922-23, arriva l’energia elettrica sull’isola.

Beata solitudo. Monte Isola sorge dalle azzurre acque del lago d’Iseo, l’antico Sebino, ed è contemporaneamente montagna, lago e isola, con le gradazioni di colore offerte dagli ulivi e dai castagni, e soprattutto la pace, la quiete: il visitatore la può raggiungere solo in barca, in punta di piedi per non disturbarla. Le undici frazioni che compongono il Comune hanno ognuna la sua storia, e quelle sul monte sono diverse da quelle sul lago, a partire dalla pietra con cui sono fatte le case: bianca e calcarea per quelle di monte, pietra di Sarnico per quelle verso la riva. In mezzo al lago spuntano due isolette minori,
San Paolo e Loreto, così piccole da non poter ospitare che una villa ciascuna, circondata di cupe conifere. “Incanto di acque in silenzio, estatica luce nell’aria”, scriveva un poeta (Vincenzo Lonati).

Di Monte Isola, l’isola più grande dei laghi europei chiamata “la Capri del nord”, Siviano (250 m d’altitudine) è da sempre il capoluogo. Si sbarca sul pontile, nella frazione Porto, davanti ad un grappolo di case antiche (un nucleo risale al XVIII secolo), si ammirano la chiesetta e la cinquecentesca villa Solitudo, e inerpicandosi per una lunga e stretta stradina, dai gradini in pietra di Sarnico consunti, tra due muretti che – direbbe Montale – “mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni”, si giunge al centro dell’abitato, dove l’imponente torre Martinengo domina la piazza del municipio. La torre di Siviano risale ai tempi del feudalesimo, è di forma quadrata e raggiunge i 20 m d’altezza. Siviano, in fondo, non è che un grandioso castello medievale trasformato con l’aggiunta di alcune fabbriche. La torre principale è la prova di un antico complesso fortificato, leggibile nei resti di altre torri, nelle robuste muraglie di alcune case, nei pesanti voltoni di altre. Affacciato sul lago, Siviano con le sue case con archi, loggette, stipiti di pietra e abbellite dai fiori, è il regno degli inviti seducenti.

Si raggiunge Masse (400 m. d’altitudine) per una vecchia strada di acciottolato bianco che parte dal centro di Siviano. Al crocicchio per Olzano, altro piccolo borgo situato nella parte alta dell’isola, un grande masso di arenaria rossa e una “santella” dedicata alla Madonna indicano il luogo in cui si incontravano le streghe per il rito del sabba. Belle le case in pietra e la piazzetta con la chiesa quattrocentesca di San Rocco, restaurata nel seicento; belli i portici, i cortili con i pozzi, gli attrezzi di una civiltà contadina che sta scomparendo. Nella sua povertà, l’abitato di Masse è quello che si è meglio conservato. Le case hanno il carattere della montagna, con muri in grossi blocchi di pietra locale, gli affacci rivolti verso le corti interne e il basso rustico sottoportico in pietra.

La frazione Novale (250 m s.l.m.) era a metà seicento la residenza estiva del vescovo di Brescia Marco Morosini, e Casa Morosini è chiamato tutto l’antico complesso di edifici, che ha poco da vedere con l’architettura dei paesi a lago, ma presenta le caratteristiche dei borghi di montagna, con muri spessi di grosse pietre, volti e androni, viuzze lastricate in pietra, balconi di legno.

Carzano era un feudo dei Martinengo e il loro palazzo ospitava per liete scampagnate la nobiltà dei dintorni. Oltre a palazzo Martinengo (di proprietà privata) sono da vedere casa Novali, una dimora signorile del XVI secolo, e il palazzetto Ziliani, con un portale bugnato di pietra di Sarnico.

Peschiera Maraglio, un tempo abitata quasi interamente da pescatori, sembra fatta, come certi luoghi del sud, per vivere più all’aperto che dentro le abitazioni. Il lungolago, dove ancora sostano le barche, era tutto ricoperto di reti esposte al sole. Le case fiorite di gerani, gli stretti vicoli collegati da archi e scale che sempre riconducono al lago, l’odore del pesce che sta essiccando, ne fanno un luogo di fascino. A Peschiera, dominata dalla mole del castello Oldofredi, vi sono diversi edifici di notevole interesse architettonico, come casa Erba, rivolta verso il lago con il suo portico di cinque arcate. Il portico e la loggetta sono delle costanti dell’architettura montisolana, e si trovano anche, come aggiunta tardiva, nel Castello.

Sensole – da sinus solis, golfo del sole – non conosce i rigori invernali, è una piccola Sanremo per il clima mite e la bellezza dei dintorni, ed è forse la località più artistica dell’isola, celebrata da pittori, poeti e donne famose quali Caterina Cornaro, Lady Montague, George Sand. Tre trattorie invitano a una sosta dopo una romantica passeggiata sotto gli ulivi, che permette di godere dell’incantevole panorama. In alto, troneggia la rocca Martinengo, costruita dagli Oldofredi nel secolo XIV, atta a controllare il versante sud est dell’isola e che sovrasta l’abitato della frazione Menzino, dove si trova anche il seicentesco palazzo Zirotti.

A Senzano, piccolo paese che si trova sulla strada per Cure, è possibile visitare la piccola chiesa dedicata a San Severino.

Tra le frazioni Menzino e Senzano si trova il piccolo borgo denominato Sinchignano.

Cure, con i suoi 500 m d’altezza, è la frazione più elevata, accovacciata ai piedi del santuario della Madonna della Ceriola. I suoi abitanti si dedicano all’agricoltura e conservano ancora le tradizioni del mondo rurale.

Fiaccola sul monte, il Santuario della Madonna della Ceriola è un luogo di religioso silenzio nel punto più alto dell’isola (m. 600), da dove si gode la più bella vista del lago d’Iseo, come dall’albero maggiore di una nave. Il Santuario, bianco com’è, sembra una perla incastonata nel verde dei pascoli e nel cielo azzurro. Sotto, sui versanti della montagna, gli fanno da corona le undici frazioni di Monte Isola, quasi avvolte dal manto di protezione della Madonna della Ceriola. Ricco di ex voto, il santuario potrebbe essere uno dei più antichi luoghi di culto mariani in Italia, sorto agli albori del cristianesimo sul luogo di un tempietto dedicato a divinità pagane delle selve, forse al fauno, come farebbe presumere la parola FANI incisa sulla pietra che sostiene la colonna della facciata. La luce cristiana che si stava diffondendo sul lago d’Iseo, sino allora dedicato alla dea Iside da cui prese il nome, era quella delle candele di cera (Ceriola) che accompagnavano la processione dei credenti nella festa della Candelora.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Passeggiate a piedi o in bicicletta su sentieri attrezzati, parco pubblico attrezzato in riva al lago nelle frazioni di Carzano e Menzino e Peschiera Maraglio, crociera sul lago con visita alle due isolette che fanno parte del territorio comunale di Monte Isola, ossia l’isola di Loreto e quella di San Paolo. Per crociere con partenza dai vari porti del Sebino è possibile contattare la “Navigazione Lago d’Iseo srl”
tel. 035 971483-030 985399 fax 035 972970 www.navigazionelagoiseo.it oppure il ser vizio privato Barcaioli Monte Isola al n.030 985113 www.barca iolimonteisola.it

La meraviglia di Montisola, la prima che salta agli occhi insieme con il panorama mozzafiato, è che non ci sono automobili. Niente rumore (solo quello dei motorini dei residenti), niente smog, niente stress. Tutti a piedi o in bicicletta: l’unico mezzo consentito è il pulmino del Comune, per raggiungere le dodici
le frazioni. Ma il consiglio è zaino in spalla e camminare inoltrandosi per i sentieri solitari che costeggiano il lago o salgono verso i poggi, e lasciarsi andare alle rêveries come novelli Rousseau. Le rive del lago sono rallegrate da giardini, ulivi, fiori, ampi terrazzi coltivati a vite, e sulla spiaggia si può conversare tranquillamente senza farsi prendere dall’affanno del tempo.

San Rocco, loc. Masse, 15-16 agosto.

Santa Croce, loc. Carzano, ogni cinque anni nei primi giorni di settembre (la prossima edizione è prevista nel 2010) La festa rispetta questa gloriosa ciclicità da un secolo e mezzo, tanto che l’anno in cui cade è chiamato nella zona “l’anno delle feste di Carzano”. L’origine è la sconfitta del colera del 1836 grazie a una reliquia della santa Croce portata in processione. La frazione viene interamente addobbata con oltre 200 mila fiori di carta realizzati dalle mani esperte delle donne di Carzano e migliaia di lampadine colorate che creano una scenografia unica.

San Severino, loc. Senzano, prima domenica di ottobre.

“Sua maestà il salame di Monte Isola”: Ogni anno ad aprile l’isola ospita la rassegna gastronomica “Sua Maestà: il Salame di Monte Isola”. Un’occasione imperdibile per degustare il salame locale e assistere alla dimostrazione delle fasi di produzione. Alla fine della festa viene inoltre premiato il salame più gustoso. La festa prosegue nei ristoranti e bar aderenti all’iniziativa con menù ed aperitivi tipici.

“Festa dell’Olio Montisolano”: tradizionale manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale per promuovere uno dei prodotti agroalimentari principali del territorio.

“La bia del Pes e della Polenta””: L’associazione Festa di Santa Croce organizza per le vie del borgo di Carzano la tradizionale Festa con stand gastronomico e degustazioni di prodotti tipici, tra cui la famosa sardina sott’olio.

pescatore monte isolaIl menù comincia con un antipasto che comprende il salame di Montisola, sarde e cavedano essiccati con polenta, aule con cipolle oppure in carpione, e prosegue con un risotto al pesce persico o con una pasta al sugo di pesce di lago. Per i secondi, si può scegliere tra il pesce di lago al forno o fritto, e la carne in umido, accompagnato dalla polenta cotta nei tradizionali paioli di rame. Il salame cotto e il cotechino sono invece cucinati con la verza. Dolci tradizionali sono i fritulì, una sorta di frittelle con le mele, le ciambelle e le crostate di frutta. Il vino è naturalmente quello della Franciacorta.

Pesce essiccareDagli ulivi di Monte Isola si ricava un pregiato olio extravergine d’oliva Dop, dalle particolari proprietà organolettiche, usato per le sue virtù anche come medicinale. Un altro prodotto di vanto è il salame, confezionato manualmente nella frazione di Cure secondo un rito che si ripete identico da secoli, tra gennaio e febbraio, con luna calante (o di venerdì, perché “non comanda la luna”), facendo divieto assoluto di assistervi alla donna mestruata. Il salame viene affumicato in un’antica cantina dai muri di pietra non intonacati e con soffitto a volta, da legna secca bruciata in un camino chiuso. Un’altra tradizione locale è l’essiccamento del pesce, con tecniche tramandate nel tempo che permettono di ottenere un prodotto degno di raffinati palati. Sardine e pesce di lago sott’olio completano l’offerta gastronomica.

Ospitalità

La Foresta Albergo Ristorante

Storico albergo con vista lago, giardino e pontile di attracco privato. Ristorante con specialità di pesce e piatti tipici locali.

  Via Peschiera Maraglio, 174
  +39 030 9886210
  foresta@montisola.it
  www.forestamontisola.it