stemma-MorescoMoresco
La meraviglia della val d’Aso

Comune di MORESCO
(Provincia di Fermo)
Altitudine
m. 405 s.l.m.
Abitanti
616 (100 nel borgo)

info turismo
Ufficio turistico del Comune, P.zza Castello, 15
Tel. 0734 259983
turismo.moresco@ucvaldaso.it | www.comune.moresco.fm.it
turismo.moresco@ucvaldaso.it | cultura.moresco@ucvaldaso.it p
proloco.moresco@ucvaldaso.it

Lo spirito del luogo

stemma-MorescoIl nome
Secondo la leggenda, al tempo delle scorrerie dei Mori lungo la costa adriatica, un gruppo di questi si spinse un pò più all’interno per edificarvi una roccaforte nel cuore della cristianità. Altri, al contrario, sostengono che il Castrum Morisci sia stato costruito vicino al mare proprio per respingere gli assalti dei Saraceni. Più probabile che il toponimo derivi da una nobile famiglia di nome Mori, oppure dalla parola dialettale morrecine che indica il mucchio di pietre su cui poggia il castello.

 

La storia
1083, in una pergamena conservata a Fermo è riportato per la prima volta il nome di Moresco.
A seguito della costruzione del castello, la popolazione si trasferisce sulla collina.
1146, Tebaldus comes (conte) de Morisco è il signore del castello che compare in alcuni atti notarili.
1248, il cardinal Raniero, legato pontificio, restituisce alla città di Fermo il castello di Moresco che l’imperatore Federico II le aveva tolto.
1266, i signori di Moresco vendono la fortezza del castello al doge di Venezia e podestà di Fermo Lorenzo Tiepolo per 500 lire volterrane.
1433, il conte Francesco Sforza occupa le Marche e tutto lo Stato fermano. Rimane a Monterubbiano cinque mesi, obbligando i cittadini di Moresco a rifornire le truppe di vino, olio, fieno, legna e danaro.
1481, il borgo è oggetto delle rivalità fra Ascoli e Fermo.
Un nobile fermano, Pellegrino Morroni, è ucciso nel castello di Moresco dai monterubbianesi.
1586, Sisto V, Pontefice marchigiano, crea il Presidiato di Montalto, facendolo dipendere direttamente dalla Santa Sede e dai tribunali di Roma. A tale Presidiato viene aggregato anche Moresco.
1848, Moresco è comune autonomo, ma nel 1869, sotto il Regno d’Italia, viene aggregato a Monterubbiano. Riconquista l’autonomia nel 1910.

Tra orti e frutteti cui il vento porta l’odore del mare, sorge il villaggio fortificato di Moresco, chiuso dal profilo di una torre eptagonale che sembra la bizzarra prua di un nave arenata in collina. All’altro capo del paese risponde la torre dell’Orologio e in questo gioco di rimandi e messaggi si svolge la vita del borgo. Quella di Moresco è una comunità di castello organizzata in forme rurali rimaste immutate nei secoli. Il castello sembra una sentinella a guardia della campagna, delle sparse case coloniche, degli orti mediterranei, delle colture della vite e dell’olivo che disegnano un paesaggio quieto e ondulato, al cui orizzonte c’è sempre il mare.

Rughe di una saggezza che si fa luogo, il microcosmo di Moresco resiste agli inganni del tempo.
Il borgo medievale prende dal castello la sua forma a ellisse e la sua posizione a dominio della verde valle dell’Aso, nota anche per la produzione di frutta.
Il castello, con le sue torri di avvistamento e di difesa, fu roccaforte strategica del Comune di Fermo nella guerra contro Ascoli e i suoi alleati. Il profilo che subito identifica Moresco è quello della torre Eptagonale del XII secolo, alta 25 metri: perché sia stata costruita con gli inconsueti sette lati non è chiaro, forse fu per distinguerla dagli altri torrioni del sistema difensivo fermano.
Nel 1918 la cuspide in stile arabo è crollata ed è stata sostituita da una merlatura ghibellina.
Dalla sommità della torre lo sguardo spazia, nei giorni limpidi, dal monte Conero al Gran Sasso e fino alle coste albanesi. La grande campana del Cinquecento scandisce ancora i suoi rintocchi ogni giorno, alternandosi con quella della torre dell’Orologio, guardiana del castello eretta a difesa dell’antico accesso.
Fiero, autonomo e attaccato al suo campanile come ogni borgo marchigiano, Moresco vanta una sala consiliare tra le più belle della provincia. Vi è custodita la grande pala d’altare di Vincenzo Pagani, autore anche dell’affresco sotto il portico della piazza che era la navata sinistra della chiesa di Santa Maria in Castro, demolita e sostituita dalla Parrocchiale di San Lorenzo. Questa è sorta sotto la grande torre inglobando la chiesetta di San Francesco Borgia che ora ne è la sacrestia.
Ha cambiato invece destinazione d’uso la chiesa di Santa Sofia, che s’incontra dopo essere passati sotto la torre dell’Orologio: conosciuta come lu teatrì, è stata sede, dopo la sconsacrazione, di un piccolo teatro.
Secondo la tradizione fu edificata per commemorare una giovane di Moresco, Sofia Amati, brutalizzata e uccisa. Altri ritengono che nel castello sia nata la madre di Santa Sofia. La chiesa racchiude un interessante affresco della scuola di Carlo Crivelli (1430-95). Tra gli edifici civili meritano una sosta il palazzo di Patrizio Gennari e quello del cardinale Capotosti.
Nel borgo, che ha assunto la sua fisionomia nel XV secolo, una discreta bellezza è in ogni angolo e in ogni pietra: negli stretti passaggi, nelle mura, nei loggiati ancora ben conservati, nei vicoli che convergono verso la piazza raccolta, come un cortile, di fronte alla chiesa. Fuori le mura sono da visitare il santuario della Madonna della Salute e, soprattutto, la chiesa di Santa Maria dell’Olmo, ampliata nel 1521 inglobando l’antica edicola gotica, che la divide in due parti con due differenti altari. Ad abbellire gli altari fu chiamato Vincenzo Pagani che realizzò l’affresco della Crocifissione e la già citata pala della Madonna conservata nella sala consiliare.

Piaceri e Sapori

Tennis, pesca sportiva, passeggiate e percorsi della fede.

Costeggiata di antiche abitazioni rurali, la valle del fiume Aso offre percorsi interessanti agli amanti della natura, per l’habitat di flora e fauna che si sta ricostituendo. Punto di partenza il borgo che, per la sua ottima posizione a cavaliere di una collina, gode di aria salubre e tranquillità, mentre la vicinanza al mare (8 Km) permette di tuffarsi, volendo, nei piaceri e nella confusione della costa adriatica.

Sala consiliare, contiene una piccola raccolta di tesori, primo fra tutti la grande pala d’altare di Vincenzo Pagani.

Scampagnata alla Madonna dell’Olmo, dopo la messa, la Scampagnata alla Madonna dell’Olmo, ultima domenica d’aprile: dopo la Messa, ci si incontra a pranzo nel prato dietro la pieve rurale.

Moresco Estate, luglio-agosto: concerti, cinema e teatro nel suggestivo scenario del borgo.

Il Violino sulla torre, giugno-agosto: concerti di musica classica in piazza Castello.

Cena Medioevale, terzo venerdì di luglio: alla luce delle torce e dei bracieri, personaggi in costume servono nella piazza del borgo una cena preparata secondo ricette di epoca medievale. Musica antica e buona tavola invitano ad immergersi nella cultura di un tempo lontano.

Sagra della Polenta con le vongole,
9 e 11 agosto: è la sagra storica di Moresco.

Festa della Madonna della Salute, terza domenica di ottobre: l’evento religioso più sentito si conclude con la processione al santuario.

Festa del Braciere, ultima domenica di ottobre: un grande fuoco in piazza per arrostire castagne, spiedini e salsicce.

La “Pizza di Natale” è il dolce natalizio delle massaie di Moresco: gli ingredienti sono fichi secchi, mandorle, noci, farina, zucchero e cacao. La cucina picena offre anche i prelibati vincisgrassi (una pasta al forno), le creme fritte e le olive all’ascolana.

Moresco signoreggia su una valle che ha il suo punto di forza nella produzione ortofrutticola. La pesca della Val d’Aso, dopo decenni di eccellenza e dopo la crisi dovuta all’invadenza dei mercati esteri,
sta tornando in auge grazie alla coltivazione biologica.Il ciauscolo anche noto come il “salame che si spalma” è un altro gustoso prodotto tipico di Moresco.